“Altro attacco al cuore della Perugina”

(AVInews) – Perugia, 18 ago. – “Esprimiamo grande preoccupazione a causa della decisione della Barry Callebaut di chiudere il comparto torrefazione della Perugina. Già negli anni 2000 la Nestlé aveva mostrato l’intenzione di alienare questo settore, poi nel 2007 fu acquistato dalla Berry con tante promesse di investimenti e sviluppo. La reazione dei sindacati, secondo noi, è del tutto insufficiente. Senza un serio conflitto sociale non sarà possibile far retrocedere questa multinazionale dalle decisioni prese”. È quanto afferma Giuseppe Mattioli a nome dell’associazione La Sinistra per Perugia. “Negli ultimi venti anni – prosegue Mattioli – abbiamo assistito a un continuo e inesorabile smantellamento delle produzioni della Perugina verificatesi con la vendita di marchi prestigiosi. Ora questo nuovo fatto dimostra che al di là delle roboanti promesse della Nestlé, l’obiettivo è quello di ridimensionare ulteriormente lo stabilimento di San Sisto fino al punto della compatibilità economica. Ma potrebbe essere messa in discussione l’esistenza stessa della Perugina a Perugia”.

“Già vaste aree produttive della fabbrica sono state riconvertite a magazzino – spiega ancora Mattioli –. Secondo noi gravi sono le responsabilità della Nestlé poiché, piano piano, sta distruggendo una storia ricca di cultura cittadina e aziendale del cioccolato, con professionalità, ottimi prodotti e il futuro occupazionale di molti lavoratori. Esistono, ancora, tutte le condizioni affinché a San Sisto continui la storica esperienza della torrefazione.  Infatti è uno degli stabilimenti in cui viene mantenuta la caratteristica che parte dalla materia prima e arriva alla trasformazione del cioccolato. Quello che contestiamo sono le relazioni industriali nei confronti della Nestlé del tutto inadeguate e di completa accettazione delle decisioni aziendali. Siamo convinti che viviamo tempi difficili, ma quando mai sono stati facili, pertanto va messa in discussione la strategia di fondo della Nestlé: pochi prodotti, anche se di ottimo livello, sempre meno operai, molto sfruttamento, minori costi e più guadagni. Occorre una presa di coscienza collettiva e una volontà di lotta per difendere concretamente il futuro di questa azienda. Riteniamo grave, inoltre, che in questi anni il continuo ridimensionamento di personale e delle produzioni dello stabilimento sia avvenuto nel completo silenzio delle istituzioni e degli enti locali”. “La Sinistra per Perugia – conclude Mattioli – invita sia i lavoratori sia l’intera cittadinanza a esprimere una forte volontà per richiedere una nuova politica industriale e forti investimenti, non solo in marketing, ma in ulteriori impegni di nuove produzioni”.

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