La Sinistra per Perugia: no abolizione reddito di cittadinanza, si scala mobile
L’associazione denuncia il “grave attacco alle persone più povere e senza occupazione, residenti soprattutto al sud del nostro Paese, da parte del governo della Meloni”
(AVInews) – Perugia, 11 ago. – Il Reddito istituito con il primo governo Conte nel 2019 aveva lo scopo di incentivare una politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, con un contributo medio di 565 euro mensili. Inoltre era associato a un percorso di reinserimento lavorativo e sociale. Da quando sono in vigore il reddito e la pensione di cittadinanza, ne hanno usufruito in media più di un milione di persone al mese. Durante tutta la fase della pandemia da covid e nelle difficoltà economiche costanti il reddito ha permesso a moltissime famiglie di vivere una vita con dignità e decoro. Naturalmente ha svolto positivamente il suo compito come assistenza alla povertà, ma in parte è mancato sotto l’aspetto del nuovo lavoro. Sicuramente andava modificato in meglio, ma non come ha deciso la Meloni: abolito completamente”. È quanto commenta Giuseppe Mattioli de La Sinistra per Perugia. “Intanto con un sms – prosegue Mattioli – lo ha tolto in modo arbitrale a circa 169 mila persone che considera occupabili, e dal primo gennaio 2024 sarà tolto a tutti. Contestualmente, però, vengono decisi sgravi fiscali e agevolazioni ai redditi più alti. In un periodo dove l’inflazione reale della spesa giornaliera resta stabilmente sopra il 12 per cento, ai poveri viene tolta l’unica possibilità di sopravvivenza.
“Inoltre – conclude Mattioli –, per salvaguardare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, occorrerebbe introdurre una nuova scale mobile, il salario minimo di 9 euro lordi e nel contempo rafforzare la contrattazione collettiva. Occorrerebbe, anche, combattere l’evasione fiscale del tutto assente nei propositi di questo governo. Invece la Destra in Parlamento approva una delega fiscale che contiene norme a favore degli evasori. La Sinistra per Perugia concorda con i sindacati e con i partiti di opposizione per una battaglia sul salario minimo, principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione. Condivide la protesta contro l’iniqua politica governativa e invita la cittadinanza alla mobilitazione”.
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