“Se ci tolgono l'ufficio postale, noi toglieremo i nostri depositi, riscatteremo i nostri Buoni, trasferiremo altrove i nostri titoli e i nostri valori obbligazionari e non ci rivolgeremo più a Poste Italiane per i servizi commerciali”. Ci hanno anche autorizzato a farci da tramite per questa comprensibilissima minaccia i cittadini e le cittadine di Pieve di Compresseto che hanno risposto all'appello di Sinistra per Gualdo per il sit-in di questa mattina in difesa del “loro” sportello.

Forse un governo zeppo di banchieri e messo lì dalle banche per i loro interessi si aspetta proprio questo dai tagli lineari agli uffici postali periferici e rurali, ma i cittadini di Pieve sono pronti a difendere con le unghie e con i denti un servizio che ha già subito negli scorsi anni tagli di personale e di orario di accesso, pur avendo tutti i numeri in regola per giustificare la sua permanenza e la sua operatività.
La minaccia di ricorrere anche ad uno sciopero di natura consumeristica la dice lunga sulla determinazione dei cittadini che non si rassegnano alla chiusura di un servizio che ha sempre garantito prossimità in particolare ai tanti anziani che risiedono a Pieve, nelle frazioni vicine e nelle tante case sparse della zona rurale ad ovest e nord-ovest della nostra Città.

Quando fu istituito lo sportello in virtù di una programmazione comunale, si pensò proprio alla necessità di garantire un sistema equilibrato, diversificato e diffuso di servizi sul territorio, per evitare lo spopolamento delle zone rurali, per venire incontro alle esigenze dei cittadini e per ridurre i loro disagi dovuti agli spostamenti necessari a sbrigare le pratiche della quotidianità: tant'è che anche l'ufficio postale di Pieve occupa dei locali di proprietà pubblica e comunale.

Anche per questa ragione, il Sindaco e la Giunta dovrebbero prestare più attenzione ed avrebbero dovuto già battere un colpo forte contro il rischio di chiusura dell'ufficio. Ad oggi, al contrario, si distinguono in silenzio ed in latitanza. I tanti cittadini che abbiamo incontrato a Pieve di Compresseto questa mattina pretendono invece che anche essi facciano di tutto per scongiurare questa possibilità concreta e così rafforzata dai tagli lineari che il governo Monti si appresta ad operare sulla carne viva dello stato sociale e dei servizi pubblici. Sarebbe tragico il solo pensare che si tagliano anche gli ultimi servizi presenti in periferia e contemporaneamente si taglia il trasporto pubblico locale: è una miscela che condannerebbe soprattutto le persone anziane all'immobilità, alla dipendenza e a maggiori oneri economici. Tutto il contrario di quel che serve fare proprio nei momenti di più acuta crisi economica e sociale, a tutela delle fasce più fragili della popolazione.

Questa mattina i cittadini di Pieve ci stavano aspettando ed il sit-in che nel pomeriggio proseguirà nella vicina Poggio Sant'Ercolano ha dunque raggiunto il suo scopo: dare voce alle loro istanze, indirizzare ed affrancare per posta prioritaria le loro proteste al governo Monti e all'Amministrazione di Poste Italiane e, soprattutto, organizzare la mobilitazione della popolazione.
A gran voce, infatti, i cittadini hanno richiesto di dare vita ad una manifestazione popolare davanti all'Ufficio postale della frazione. E' ciò che faremo sabato mattina, 21 luglio, alle ore 11.00, ad ufficio aperto, insieme a tutti i cittadini di Pieve di Compresseto ed è ciò che faremo con la raccolta di firme che proprio da quella mattina prenderà le mosse.

GIANLUCA GRACIOLINI

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