Il Sindaco Roberto Morroni ha ancora una volta annunciato l’imminente stipula dell’Accordo di Programma tra Regione dell’Umbria, ASL 1 e Comune di Gualdo Tadino per la riconversione dell’ex ospedale Calai. A tre anni e mezzo dall’inizio del mandato, la Giunta che doveva realizzare la Cittadella della Salute nei suoi primi 100 giorni di vita si attesta tuttora sugli annunci di una firma, per un progetto che in linea di massima si avvale quasi esclusivamente degli esiti della programmazione dei servizi socio-sanitari compiuta dalle precedenti amministrazioni comunali, come uniche certezze.
Tali infatti sono il centro diurno Alzheimer (già ben avviato in seno ad EASP ed ora implementato di 6 posti) e la comunità alloggio per disabili adulti gravi (non ancora avviato, ma concepito, quando lo fu, in base ai bisogni del territorio e proprio in relazione alla riconversione del Calai, pur con qualche interrogativo rispetto ai costi di compartecipazione al servizio dovuti per metà dal Comune) che si vanno ad aggiungere all’offerta socio-sanitaria storica per la lungo assistenza e la riabilitazione degli anziani.

 

Come offerta aggiuntiva rispetto al panorama già noto ed effettivo vi sono i 6 posti letto per un servizio di riabilitazione dedicato alle dipendenze da alcool. Un servizio che certo coglie una problematica sociale e di salute presente su scala territoriale, ma che è solo un pannicello caldo perché lo riduce alla sola cura, custodia ed eventuale riabilitazione una volta raggiunta l’acuzie e che avrà gravi controindicazioni di sostenibilità economico-finanziaria. Non ha infatti alcun senso spendere più soldi per dei posti letto per alcoolisti cronici o in via di cronicità senza prima aver pensato al consolidamento ed alla riprogettazione dei servizi di prevenzione e di riabilitazione per le dipendenze che nel nostro territorio sono ridotti ecce homo. E’ ciò che emerge anche dal recente rapporto della ASL sulle attività dei Sert che tuttora indica l’eroina come la sostanza di maggior utilizzo e principale fonte di dipendenza solo perché questi servizi sono stati ridotti ad essere quasi dei distributori di metadone e non già resi gli strumenti della prevenzione sul territorio da integrare con le attività di istituzioni, scuole, terzo settore e comunità nel suo complesso per contrastare la diffusione di tutte le dipendenze: da sostanze stupefacenti, da alcool e, sempre più oggi, dai giochi d’azzardo così diffusi anche tra le generazioni più giovani e finanche tra i minori. Sarebbe dunque importante che la riconversione dell’ex Calai, alla voce servizi socio-sanitari, si ponesse come un’occasione di riqualificazione di servizi fondamentali per la prevenzione delle malattie e delle problematiche economiche e sociali correlate alle dipendenze, piuttosto che fondarsi sulla solita rincorsa ad una sanità di natura custodialistica, spendacciona e sostanzialmente regressiva ed inutile.

 

In questa luce potremmo fare tanti altri esempi, anche sul fronte della specialistica ambulatoriale o sulla domiciliarità, ma giova sottolineare, se la premura è solo quella di coniugare l’avvio poco ponderato ed avulso dal contesto reale delle problematiche di salute di nuovi servizi con aspetti ed effetti di natura economica ed occupazionale, che la predilezione della prevenzione alla custodia porta più posti di lavoro nella sanità per quanto con essa si risparmino risorse ingenti e si abbiano effetti indiretti di più lungo termine del tutto positivi in termini di coesione sociale e di “restituzione” economica al territorio. Dai dettagli forniti dal Sindaco si evince poi un rischio importante che già da oggi ci induce a sostenere che se l’accordo di programma da sottoscrivere dovesse restare quello annunciato esso esiterà in un’ulteriore riduzione dei livelli di prestazione socio-sanitaria in capo ai servizi gestiti dall’EASP e sarebbe tale da preferirgli un’ulteriore riflessione e confronto tra le parti. I duecento mila euro all’anno che l’EASP dovrà sostenere per il pagamento dell’affitto nel vecchio ospedale verranno infatti sottratti ai servizi. A farne le spese saranno ancora una volta gli anziani ospiti e le lavoratrici ed i lavoratori su cui si sono già abbattuti tagli indiscriminati e non più sostenibili e questo è inaccettabile.

 

Altri interrogativi si pongono poi per la non meglio precisata ipotesi di ricerca di un intervento di un privato per un ulteriore servizio. In merito a questa possibilità o siamo in presenza della solita propaganda spicciola o siamo al cospetto di una grave irresponsabilità, di una volontà pervicace a privatizzare la sanità, nello stesso momento in cui quella pubblica sta subendo il più pesante attacco mai concepito in precedenza. Di fronte ai 22 miliardi di euro tagliati in 4 anni con le diverse manovre che stanno per terremotare il servizio sanitario nazionale e compromettere la tenuta dei livelli essenziali di assistenza, di fronte agli effetti della spending review che stanno pagando anche i cittadini gualdesi con l’aumento indiscriminato dei tickets ed il ricorso alla spesa sanitaria privata, è giusto, legittimo, morale il solo pensare di sottrarre altre risorse alla sanità pubblica e destinarle a quella privata?
Nell’accordo di programma annunciato dal Sindaco si prevede infine il coinvolgimento dei medici di base nell’ambito della Casa della Salute. Così come detto, per le difficoltà poste dal particolare assetto strutturale e logistico con cui storicamente si sono venuti formando nella nostra Città i gruppi dei medici di base e senza esplicitare che l’Accordo di medicina generale (la “Convenzione”) è uno strumento attuativo che deriva dalla programmazione pubblica, nazionale e regionale per garantire i livelli essenziali di assistenza, sarà un’impresa ardua garantire la loro corresponsabilità nel progetto di riconversione del Calai, c’è anche qui il rischio incombente di un ulteriore disimpegno del servizio pubblico nelle cure primarie a favore del privato e c’è la possibilità che si crei il caos in quanto ad oggi questa possibilità confligge con la norma contenuta nel recentissimo decreto Balduzzi che permette di appaltare l’assistenza h24 agli studi dei medici convenzionati.

 

Perchè la riconversione dell’ex Calai non diventi un semplice trasloco che rischia di abbattere ulteriormente qualità, quantità ed appropriatezza dei servizi sanitari pubblici, affinché essa possa costituire un’effettiva opportunità di rilancio della sanità pubblica nella nostra Città, contro l’ipotesi del “doppio binario” concepita dal Sindaco (trasferimento di servizi pubblici e ricerca del privato), noi avanziamo l’unica proposta veramente efficace ed effettivamente risolutiva per la riorganizzazione della medicina territoriale, per rafforzare il servizio pubblico e per dare al complesso di servizi che risorgerà presso l’ex Calai un assetto organizzativo stabile, la necessaria continuità assistenziale e l’effettiva integrazione delle attività che vi si svolgeranno.
Va creato un vero centro socio-sanitario, aperto 24 ore su 24, con assistenza medica ed infermieristica e con capacità di offrire anche un primo soccorso per codici bianchi e verdi, possibile attraverso la creazione della figura unica del “Medico delle cure primarie”, che renda perfettamente inutile anche il presidio di guardia medica.

 

In questo modo non sarebbe più solo l’ospedale comprensoriale di Branca ad essere sempre aperto e i medici di medicina generale sarebbero associati per assicurare a rotazione la presenza nel centro per le ventiquattro ore: la continuità assistenziale, oltre che nei loro studi durante il giorno e con le prestazioni domiciliari, va assicurata nel centro. Per  rendere tutto ciò possibile, serve il coinvolgimento di tutti gli altri professionisti delle cure primarie: specialisti ambulatoriali, infermieri, ostetriche, psicologi, figure amministrative e tutte le altre figure presenti attualmente nel Centro salute.
L’istituzione della figura unica del Medico delle cure primarie fungerebbe da raccordo per tutte le attività e le prestazioni che prenderanno nuova forma all’ex Calai, comprese quelle in capo ai servizi gestiti dall’EASP.
Alla Regione dell’Umbria spetta l’eventuale accoglimento di una proposta che dalla sua avrebbe anche il merito di garantire un percorso virtuoso di revisione della spesa, la sua integrazione nell’Accordo di Programma e. attraverso la ASL, la conseguente ridefinizione degli assetti organizzativi dei servizi di distretto nella nostra Città. Al Sindaco ed alla Giunta spetta di riflettervi immediatamente. Diversamente, il progetto di riconversione dell’ex Calai sarebbe solo fuffa, produrrebbe addirittura altri danni e non sappiamo quanto valga la pena a Gualdo sottoscrivere un Accordo di Programma con Regione ed ASL così come descritto da Morroni.

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