I sindaci scendono in piazza: o si cambia o si muore!
di Franco Frediani
Forse questa volta è stato commesso un errore che potrebbe davvero costar caro ai sostenitori del governo dei tecnici capeggiato dal Prof. Monti. Le "Politiche" sono ormai alle porte. Si fa un gran parlare di candidati, di primarie e di alleanze, ma sono in molti a trascurare la realtà. Persino nelle carte d'intenti si sottovaluta quello che accade nei Territori, nelle città, nella vita quotidiana del Cittadino. Oggi (mercoledì 21 novembre, ndr) scendono in piazza i Sindaci. Dopo la quasi totalità delle categorie sociali e lavorative del paese, ecco alzare la voce anche i "Primi Cittadini".
Le parole del presidente dell'Anci, Graziano Delrio, non lasciano adito a dubbi di sorta: "Il momento è drammatico, il sistema delle autonomie rischia di implodere, e i sindaci hanno adesso la responsabilità di schierarsi dalla parte dei cittadini. Per questo il Presidente della Repubblica ci ha già dato disponibilità per un incontro nei prossimi giorni. E per questo, con la manifestazione del prossimo 21 novembre a Milano, si aprirà una nuova stagione in cui i sindaci non rinunceranno anche a forti forme di protesta, pur mantenendo l'impegno di non danneggiare i cittadini e le nostre comunità". Il fallimento delle politiche liberiste portate avanti dai "tecnici" targati Monti, risulta ormai palese. Il governo viene chiamato alla sbarra. E' del tutto evidente che i sindaci scelgono la via della protesta perché non sono più in grado di mantenere ciò che avevano promesso ai cittadini, e ciò avviene perché sono impossibilitati a svolgere la funzione che la Costituzione assegna agli stessi. Quella sorta di "cerniera" tra le istituzioni ed i bisogni delle comunità è dunque saltata! L'Associazione che raggruppa i sindaci dei comuni italiani denuncia "l'assordante silenzio del governo sui temi posti nel corso dell'Assemblea annuale dell'Anci a Bologna: Patto di stabilità, pasticcio Imu e spending review". La tanto sbandierata "agenda Monti" ha dimostrato di essere stata fondata sul nulla.
Dalle Alpi alla Sicilia è la stessa musica: proteste, scioperi e rivendicazioni. Udite udite! ...ma allora non sono i "soliti noti" a denunciare la disfatta di una politica liberista che ha portato solo all'aggravarsi di un crisi socio-economica dai caratteri strutturali! Nel breve volgere del tempo, poco più di un anno, i sindaci sono costretti a riunirsi, oggi 21 novembre, in piazza Santa Maria delle Grazie a Milano, per gridare la loro impossibilità ad andare avanti in queste condizioni. Così come è stato fatto nei confronti dei lavoratori dipendenti, adesso avviene per gli amministratori delle città italiane. L'ultimo anello della catena amministrativa sta per spezzarsi, cadendo sotto i colpi di scure di un governo che ha distrutto le autonomie territoriali. Aver tagliato le risorse ai comuni è come aver messo due volte le mani nelle tasche dei cittadini. La "folle" logica montiana ha imposto una sorta di austerity agli amministratori locali aumentandogli ogni anno il peso del patto di stabilità, facendo in modo che ogni comune ogni anno possa maturare una sorta di utile di esercizio, ma di fatto impedendogli di usarlo! Inutile dire che il micidiale fendente, il vero colpo da KO, è stato inferto attraverso l'imposizione dell'Imu.
E' la stessa Associazione dei Comuni Italiani ad annunciare che il saldo del 17 dicembre sarà "una stangata" per milioni di cittadini, visto che l'aliquota media applicata per gli immobili non prima casa sarà del 10,37%. Delrio scrive a Monti palesando "uno stato di profonda preoccupazione", ed esprimendo la convinzione e la consapevolezza "che se le misure finanziarie, dure e ingestibili, previste per il 2013 a carico dei Comuni, non saranno sensibilmente modificate, a rischio non sono solo le istituzioni locali, ma la tenuta sociale del nostro Paese". E come si fa a non comprendere la preoccupazione del presidente dell'Anci?! Tagliando le entrate ai comuni (con il patto di stabilità) è stato di fatto impedito il tentativo di operare una sorta di riequilibrio tendente a bilanciare un'imposta come l'Imu che è stata strutturata in un modo che definire cannibalesco, è sicuramente riduttivo. La conseguenza è data dalle ricadute sui servizi al cittadino, che ormai gran parte dei comuni non possono più garantire.
Tra i sindaci più decisi e pronti a farsi sentire, denunciando quella che è ormai divenuta una situazione non più sostenibile, c'è Maria Rita Rossa, sindaco di Alessandria. E' uno dei tanti esempi di scoramento e di sensazione di impotenza che si levano da ogni parte d'Italia: "Domani scendo in piazza con un sentimento ancor più pesante rispetto alle legittime richieste dell’Anci. Perché al comune di Alessandria noi siamo in condizione di pagare per due o tre volte la situazione che pagano in altri comuni… Abbiamo sforato il patto di stabilità, abbiamo una decurtazione di quasi 11 milioni di euro…”. Nell'intervista rilasciata ad Angela Mauro, il sindaco di Alessandria risponde sottolineando ancora una volta la lontananza di questo governo dagli enti locali; ma soprattutto non si tira indietro nel dichiarare con fermezza l'assoluta contrarietà nei confronti di un Monti bis, confidando nel ritorno in campo di un vero interlocutore politico.
Fonte: rifondazione.it
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