È una manovra “sbagliata” secondo i sindacati quella predisposta dal governo Draghi, una manovra che non dà risposte sufficienti per contrastare le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese. Cambiarla è l’obiettivo di Cgil, Cisl e Uil che, anche in provincia di Perugia, hanno avviato una mobilitazione su tutto il territorio con un fitto calendario di assemblee e volantinaggi, che proseguirà fino alla manifestazione regionale di Terni del prossimo 27 novembre. 
“La legge di bilancio e le riforme devono mettere al centro il lavoro e i diritti, in particolare dei giovani e delle donne - spiegano in una nota Filippo Ciavaglia (Cgil), Gianluca Giorgi (Cisl) e Claudio Bendini (Uil) - questo è quello che stiamo chiedendo al governo. E se è importante che si è aperto un percorso di confronto, questo non vuol dire certezza di risultati. Per cui la mobilitazione prosegue”. 
Molti gli appuntamenti in programma in questi giorni: volantinaggi nei mercati e nelle zone industriali a Norcia, Bastia Umbra, Assisi, Magione, Marsciano, Città di Castello, Umbertide, Gualdo Tadino, Gubbio e a Perugia presso la mensa universitaria (giovedì 25 novembre). Poi tante assemblee nei luoghi di lavoro, da Colacem a Coop Centro Italia, da Tagina a Spagnoli, e nelle leghe pensionati. 
Ma cosa chiedono esattamente i sindacati al governo? 
Sulle pensioni Cgil, Cisl e Uil dicono no a quota 102 e propongono la possibilità di andare in pensione da 62 anni di età o con 41 anni di contributi senza limiti di età. Va inoltre migliorata l’Opzione donna e rafforzato l’APE sociale estendendo la platea dei lavori gravosi e usuranti.
Sul fronte del fisco, per i sindacati è prioritario garantire le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati. Vanno contrastati lavoro nero, evasione ed elusione fiscale e superato il meccanismo degli incentivi a pioggia.
Sul tema del lavoro servono investimenti per creare buona occupazione, ammortizzatori sociali universali e politiche attive. Sono obbiettivi prioritari il contrasto della precarietà e il rilancio del potere d’acquisto di salari e pensioni. Occorre stabilizzare il lavoro e rilanciare le assunzioni nei settori pubblici, a partire da sanità e scuola.
Per lo sviluppo è necessario rafforzare le politiche industriali; sbloccare gli investimenti in ricerca, innovazione e formazione; affrontare le sfide della transizione ambientale e digitale; risolvere le crisi aziendali ferme al Mise.
Sui temi sociali per Cgil, Cisl e Uil rimane fondamentale: incrementare le risorse e introdurre i livelli essenziali in vista della legge sulla non autosufficienza; contrastare la povertà,  anche migliorando il reddito di cittadinanza e potenziando le politiche di inclusione.

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