"Quando si è costretti a ricorrere all’insulto vuol dire che si hanno pochi argomenti per rispondere nel merito, ma noi non intendiamo scendere sullo stesso piano dell’assessore Paparelli". Così in una nota Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria replicano all’attacco frontale dell’assessore regionale, portato oggi alle tre organizzazioni sindacali. “Confermiamo invece le nostre forti preoccupazioni - continuano i sindacati - vediamo una regione in difficoltà, che durante questi lunghi anni di crisi è retrocessa in serie C e alla quale non basta certo un ripresina come quella del 2015, costantemente richiamata dall’assessore, per risalire di qualche posizione”. Per Cgil, Cisl e Uil “negare lo stato di grave difficoltà in cui versa l’Umbria è un ostacolo a qualsiasi tipo di confronto". "L’Umbria ha la febbre - insistono i tre sindacati - una febbre alta. O lo si riconosce e si cercano, insieme, le cure adeguate, oppure si rischiano complicazioni ancora più gravi e forse irreversibili”. “Pertanto - concludono Cgil, Cisl e Uil - ci risulta difficile immaginare che dalle segrete stanze di Gepafin e Sviluppumbria (segrete, perché in questi 8 anni di crisi nessuno ha avuto modo di vederle) e senza alcun confronto con i lavoratori umbri e le loro rappresentanze, possa nascere un piano di sviluppo all’altezza delle sfide in essere”.

Perugia, 1 agosto 2017

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