Signorelli tradito dall’amante orvietana per vendetta la dipinse tra i dannati
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Quello di oggi é un particolare del Giudizio Universale, l’Inferno per la precisione, nel grande affresco del Duomo di Orvieto, opera di Luca Signorelli (1441-1523).
Vi propongo questo dettaglio, perché per molti studiosi la donna stretta dalle braccia e dagli artigli di un diavolo con un solo corno e bluastro (autoritratto dell’artista) al centro della scena, sarebbe l’amante orvietana del Signorelli, così rappresentata e spedita all’inferno, in quanto avrebbe tradito e abbandonato il pittore cortonese.
Quest’ultimo viene descritto dalle fonti come molto elegante e piacente ed il fatto che l’amante lo avesse gabbato dev’essere stato un colpo bruciante per l’ego dell’artista toscano.
Altri esperti ritengono che, nella stessa scena infernale, le fattezze - prosperose e floride - della donna infedele appaiano anche tra le braccia di un altro satanasso in volo, nella parte alta dell’affresco (nel particolare che ho scelto non si vede) e di un altro demone in basso (anche in questo caso non ripresa dal taglio che ho operato per evidenziare al meglio il dettaglio).
Insomma il Signorelli avrebbe consumato una vendetta personale condannando per l’eternità, nel suo dipinto, la fedifraga, probabilmente nota e riconosciuta dagli orvietani del tempo.
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