"Siamo contrari ai negozi aperti durante le feste e la domenica"
26/05/2011 - 21:10
PERUGIA - "No al lavoro dei dipendenti del commercio e di quelli dell'industria nelle festività e la domenica": lo ha ribadito il segretario regionale del Prc, Stefano Vinti, dopo che il comune di Perugia ha confermato l'apertura domenicale dei negozi del centro il prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica. "Il nostro pensiero lo abbiamo già espresso non votando nel 2010 il Piano del Commercio regionale dove si avallava un lavoro continuo, a basso stipendio, nei periodi di riposo e festivi a danno dei dipendenti. Confermeremo questa contrariatà direttamente anche al sindaco Boccali".
Giovedì
26/05/11
23:18
Se il negozio non incassa i dipendenti verranno licenziati! O si pensa che sarà il proprietario a lavorare di domenica per salvaguardare il posto di lavoro dei suoi dipendenti?
Per tutelare i diritti dei lavoratori bisogna riconoscere loro un periodo di riposo, ma non necessariamente il sabato e domenica. Non tutte le attività sono uguali. Lo sanno da sempre i barbieri e i comercianti della riviera romagnola.
I chirurghi operano anche di notte in caso di emergenza, i piloti di linea fanno la stessa cosa, per loro è la norma. Che cosa bisognerebbe fare per garantire il riposo a tutti il sabato e i festivi, fermare la società in quei giorni?
Chiudere i negozi quando c'é il maggior afflusso di persone e turisti, ma sembra come togliere le reti quando passano i pesci! Chi non se la sente può sempre ricercare un posto in un altro settore produttivo. Nel commercio le regole sono queste! Se il compagno Vinti avesse una attività commerciale capirebbe che non c’è via di uscita. Anche perché chiudere i negozi nei festivi, nelle località turistiche lederebbero anche le aspettative dei turisti e di tutto l’indotto.
Poichè Vinti non parla a vanvera mi piacerebbe sapere dove sbaglio.
Venerdì
27/05/11
08:44
Concordo con il commento di chi mi ha preceduto. Non vi è dubbio che all'interno del mondo del lavoro vi sono enormi sperequazioni e che sia prioritario (nell'interesse di tutti, di coloro che subiscono sul posto di lavoro le conseguenze di tale sperequazione contrattuale ma anche più in generale dell'elequilibrio del sistema, perchè oltre una certa soglia di diseguaglianza si rischia concretamente la sua implosione. Non occorre essere economisti per comprendere che se il denaro non circola - perchè concentrato in poche decine di migliaia di persone - si inceppa tutto ed a quel punto tutti i soldi di cui quei pochi potranno disporre non serviranno a curarli in caso di infortunio accidentale o patologia grave, perchè magari l'ambulanza del 118 più prossima al luogo dell'incidente non sarà in servizio per mancanza di personale o non avrà avuto la possibilità di essere manutenuta efficentemente) agire per il loro riequilibrio, partendo dall'agire a favore della stabilizzazione dei posti di lavoro (con contratti non transitori) e dell'adeguamento del salario all'inflazione reale. Come è fondamentale agire a tutela del diritto al riposo che è parte sostanziale della dignità dell'essere umano. Ciò non toglie, tuttavia, che per determinate categorie economiche (così come avviene per i lavoratori delle categorie sensibili e di pubblico interesse) possano esistere delle eccezioni legate alle specificità del mercato in cui operano. L'esempio del commercio al dettaglio - specie se esercitato in città o aree a vocazione turistico-ricettiva - è emblematico. Posso sbagliarmi ma più che portare avanti rivendicazioni più di carattere simbolico che concreto (probabilmente con l'inconfessata speranza che non siano prese in debita considerazione, perchè - nel caso in specie - sarebbe poi difficile spiegare ai lavoratori stessi del settore che grazie all'ottenimento della chiusura degli esercizi in tutte le festività dell'anno si è magari perso il 10-15% dei posti di lavoro a causa della chiusura o del trasferimento dell'attività), perchè di maggior impatto "emotivo", ritengo sarebbe più utile pretendere un bilanciamento sui contenuti contrattuali a compensazione di limitate deroghe al riposo nei giorni festivi (riposo che naturalmente dovrebbe essere recuperato inderogabilmente nei successivi giorni feriali). Un esempio semplice: che il piano regionale del commercio preveda che nei giorni festivi in cui è consentita l'apertura di esercizi commerciali possa essere impiegato esclusivamente personale con contratto a tempo indeterminato.
CF
ps. potrebbe la redazione spiegare gentilmente perchè - a differenza della quasi totalità dei commentatori - allo scrivente ed a chi mi ha preceduto appare pubblicato in sovrimpressione in alto a sinistra sopra i dati che riportano giorno ed ora del commento (dunque fuori dai campi compilati dal commentatore) nome e cognome visibili a chiunque?
Venerdì
27/05/11
21:54
E' un piacere confrontarmi con persone come lei che cercano di capire senza avere la verità in tasca.
Gc