È il giorno delle votazioni per il nuovo Presidente della Repubblica italiano. Senatori, deputati e delegati regionali (1.007 grandi elettori) hanno raggiunto Montecitorio, riunito in seduta comune, per avviare il processo che porterà al Quirinale il dodicesimo capo dello Stato.

La prima seduta è prevista alle 10 del mattino. Gli scrutini probabilmente saranno due al giorno, alle 10 appunto e poi alle 16. Durata prevista, tra chiama e spoglio, tra le 4 e le 5 ore per ogni voto. La Camera ospiterà in seduta comune 630 deputati, 319 senatori, 4 senatori a vita (Andreotti, Ciampi, Colombo, Monti) e 58 rappresentanti delle regioni. Il voto è segreto. Dal primo al terzo scrutinio servono due terzi dei voti (672). Dal quarto scrutinio occorre la maggioranza assoluta (504 voti).

Pd e Pdl sembrano aver trovato il nome per un'intesa. E' quello di Franco Marini, ex sindacalista e segretario generale della Cisl e poi Presidente del Senato e ministro del Lavoro. Nome che però ha creato una spaccatura molto netta all'interno della coalizione di centrosinistra e anche all'interno dello stesso Pd (90 i contrari tra i grandi elettori democratici riuniti ieri sera . Il Pdl dovrebbe invece essere compatto sul nome di Marini, temendo che in caso di una non elezione nei primi due scrutini si possano aprire scenari poco graditi a Berlusconi.

Poi, c'è Stefano Rodotà, candidato proposto da Movimento 5 Stelle, ma sostenuto anche da Sel che questa mattina ha annunciato la sua scelta. "Noi voteremo Stefano Rodotà – ha detto il capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore - su Marini non c'è nessuna pregiudiziale, ma l'entusiasmo di Berlusconi fa pensare a un'ipotesi di governissimo”.

Su Rodotà sembra convergere anche l'ala renziana del Pd. “Meglio lui di Marini”, ha detto il sindaco di Firenze. Mentre anche il neoparlamentare Pippo Civati ha annunciato che voterà Stefano Rodotà. Sempre con Rodotà si schiera Giuliano Pisapia, sindaco di Milano. “Se fossi un parlamentare voterei, come ho detto più volte anche pubblicamente, Stefano Rodotà”, ha scritto sul suo profilo Facebook Pisapia.

Sta con Marini invece Stefano Fassina, responsabile Lavoro del Pd. "Dobbiamo individuare un nome in grado di unire più forze possibili. Questo è il nostro principio", ha detto Fassina per il quale il candidato dei Cinque Stelle è una "straordinaria personalità", ma "il partito di Grillo, in questo primo mese di legislatura, ha tentato di ridicolizzare il confronto con il Pd, muovendosi come la vecchia politica. Noi siamo convinti che vada trovata una condivisione".

“E' una battaglia dura e spero si possa fare bene. L'augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi”. Queste le parole di Franco Marini rilasciate questa mattina a Tgcom24, fuori dalla sua abitazione, alla corsa al Quirinale. L'ex presidente del Senato si limita a dire che “stamattina De Mita mi ha fatto una telefonata, mi ha fatto molto piacere” per poi liquidare, anche qui con il suo consueto pragmatismo, fantasmi di spaccature tra i Democratici: “Scissione? Ma quale scissione...”.

Piccolo giallo sul comportamento che terrà la Lega in aula. Dalla riunione di questa mattina alla Camera era uscita infatti la notizia di un voto per Marini già dal primo scrutinio, mentre in seguito Umberto Bossi, che a quella riunione non ha preso parte, ha detto: "Oggi sosterremo uno dei nostri, la Dal Lago".

Intanto, ieri il Capo dello Stato in carica, Giorgio Napolitano, ha iniziato a prendere commiato, a cominciare da un messaggio inviato al Consiglio superiore della magistratura. Napolitano ha anche ricevuto le parti sociali. C’è stato un incontro al Quirinale con i segretari di Cgil, Cisl e Uil. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno ringraziato il presidente per il suo impegno sui temi del lavoro, ma è probabile che nel corso dell’incontro si sia parlato dell’emergenza occupazione, con la cassa integrazione in deroga da finanziare in tempi strettissimi, e del confronto tra sindacati e imprese sulla rappresentanza sindacale.

 

Fonte: rassegna.it

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