TERNI - Il rapporto ISPRA 2019 sul consumo di suolo in Italia, recentemente presentato, fornisce informazioni preoccupanti sulla situazione ternana ed umbra, e stimola diversi spunti di riflessione, anche in vista delle prossime elezioni.

Il panorama nazionale sul consumo di suolo è sconfortante. Nel solo 2018 anno sono stati creati 51 chilometri quadrati di superficie artificiale, in media 14 ettari al giorno, al ritmo di 2 metri quadrati ogni secondo.

In Umbria e a Terni le cose vanno anche peggio. La percentuale di suolo occupato a Terni e Perugia è pari a quello dell’hinterland delle città del Nord (pur senza averne né i tassi di crescita, né i livelli di reddito ). Terni, è la terza città umbra più edificata (dopo Bastia Umbra e Corciano), nel rapporto tra superficie costruita ed estensione del territorio comunale.

Il dato del consumo del suolo pro capite in Umbria al 31.12.2018 colpisce e deve indurre a un deciso ripensamento. L’Umbria è tra le regioni italiane con la maggiore quantità di suolo consumato pro capite, 539 mq pro capite, a fronte di un dato medio nazionale largamente inferiore, 381 mq pro capite. Alla luce di questi dati, nelle conclusioni dello studio dell’ISPRA una parte importante del territorio regionale, e segnatamente le principali aree urbane, tra cui Terni è significativamente indicato come “area di degrado ambientale crescente dovuto alla perdita di qualità dell’habitat”.

Questa situazione è il frutto di una vicenda urbanistica che nel corso degli anni, ed in modo più accentuato recentemente, ha visto l’avvicendarsi di indirizzi poco attenti agli equilibri ambientali. Pesa ampiamente in questo senso l’influenza della rendita fondiaria e dell’industria delle costruzioni, interessi forti che hanno esercitato storicamente una pressione notevolissima sulla politica e sulla pubblica amministrazione.

Gli effetti negativi sono noti e molteplici: innalzamento delle temperature medie nelle città, impermeabilizzazione eccessiva delle superfici con conseguente dispersione delle risorse idriche, costi manutentivi insopportabili per l’adeguamento e la gestione delle reti infrastrutturali (strade e fognature); diminuiscono gli spazi verdi o vegetati, con riduzione della produzione di ossigeno e minore captazione della CO2.

Si assiste inoltre ad un apparente paradosso, che vede, a fronte dell’ininterrotto consumo di nuovo suolo, il contemporaneo abbandono del costruito, immense cubature di edilizia residenziale, commerciale ed industriale, abbandonate, vuote ed inutilizzate. Basta guardare con occhi attenti il panorama urbano di Terni, tanto al centro quanto nelle periferie e nelle aree industriali.

Il paradosso è ben spiegabile nel fatto che i veri centri decisionali sono in mano al mercato immobiliare, e non c’è nessuna reale regolativa pubblica, sia a livello regionale che locale.

Sottoponiamo queste riflessioni all’attenzione dei cittadini, convinti che siano un tema di assoluta importanza nella pianificazione dello sviluppo futuro della nostra regione. L’istituzione regionale può fare molto per arrestare questo degrado. Gli attuali strumenti normativi non sono sufficientemente efficaci, i dati lo dimostrano. Per quanto ci riguarda, Sinistra Italiana e Sinistra Civica Verde con i suoi candidati saranno in prima fila per richiedere una svolta radicale sull’uso e sulla tutela del territorio e delle sue risorse naturali.

 

Sinistra Italian Terni

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