di Isabella Rossi

Sono avvolte da cellophane e si risvegliano da uno stato quasi larvale “le pupe” di OSM Dynamic Acting - Occhi sul Mondo che nello scorso fine settimana ha presentato alla Sala Cutu di Perugia il suo “primo studio” di una performance di teatrodanza, per la regia e coreografia di Massimiliano Burini.

Quattro ragazze in scena, dal primo all’ultimo secondo in balia di un pifferaio folle, un sadico burattinaio con la passione per il corpo femminile. Corrono, saltano, ballano, si alzano e ricadono giù nel corso di un’esistenza interamente “cablata”. Ogni scoperta, ogni gesto, ogni battito e frammento di respiro è frutto del mostruoso volere del loro “ideatore”, implicito e onnipresente manipolatore, già donatore di costole.

Non c’è scampo, né emancipazione dal tragico destino delle pupe “anche quando credevamo di essere libere”, come fa dire con voce tremolante il tetro artigiano ad una di loro. E non è un caso che nell’ultimo quadro/scena i corpi si facciano incerti sulle gambe, quasi privati dello scheletro e i gesti diventino insensati e mestamente folli, macabra trasfigurazione di un delirio di onnipotenza, in “Le Pupe” tutta maschile.

Chiara l’ammonizione, espressa con ghigno sadico e straniero accento: “donne, guardate cosa vi stiamo facendo!”. Assolutamente d’impatto l’effetto drammaturgico. Una provocazione che vale più di un corso sugli effetti collaterali della “banalità del velinismo” e sui diritti negati alle donne italiane. Ricche le coreografie, brave le ballerine.

 

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