I metalmeccanici di Perugia sciopereranno per il contratto il prossimo 15 luglio e ieri mattina, 12 luglio, Fim, Fiom e Uilm di Perugia hanno presentato le ragioni che bloccano il rinnovo del contratto nazionale di categoria, scaduto il 31 dicembre 2015. Le quattro ore di sciopero, il blocco degli straordinari e della flessibilità saranno accompagnati da un presidio dalle ore 12,00 alle 13,00 nella zona industriale Madonna del Moro a Umbertide, luogo che è stato scelto dai sindacati in quanto vede impegnati 6-7 cento lavoratori per l’indotto diretto di Fiat.

“La trattativa sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici sta registrando un grave stallo a causa della rigidità di Federmeccanica e Assistal su diversi punti rilevanti – hanno affermato il segretario generale regionale Fim Cisl Umbria Adolfo Pierotti, il segretario generale provinciale della Fiom di Perugia Maurizio Maurizi e quello della Uilm Uil di Perugia Daniele Brizi- e per questo si rende sempre più urgente un coinvolgimento del livello confederale nella trattativa e di un intervento più incisivo da parte della politica e delle istituzioni”.

“La mobilitazione nella provincia di Perugia avrà ricadute sulla vita di 10 mila lavoratori, impegnati in circa 300 aziende sindacalizzate e in molte altre dove, soprattutto a causa delle piccole dimensioni produttive, il sindacato rimane estraneo”.
 
Fim, Fiom e Uilm nell’incontro con la stampa hanno ribadito la volontà di giungere ad un contratto in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’occupazione, far ripartire gli investimenti e avviare una nuova politica industriale.
 
A riguardo Pierotti, Maurizi e Brizi hanno denunciato che “la proposta formulata da Federmeccanica e Assistal sul salario non riconosce al 95 per cento dei lavoratori alcun aumento, rendendo così residuale il contratto nazionale”. In questo modo Fim, Fiom e Uilm confermano la volontà di mantenere un sistema basato su due livelli: da una parte il ruolo generale del contratto collettivo nazionale di lavoro sulle normative e sulla tutela del potere d’acquisto del salario, dall’altra dove possibile l’estensione della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale.

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