PERUGIA - È indetto per il prossimo 11 aprile alle ore 17.00 nella Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia, il primo incontro di presentazione e avvio della campagna “Salviamo il paesaggio”. Acu Umbria, Aiab, Fondo per l’Ambiente Italiano - Delegazione di Perugia, Legambiente, Libera, Slow Food Umbria e WWF hanno costituito il comitato a sostegno del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio che si pone come obiettivo principale quello di fermare il consumo di territorio.

"Il futuro del territorio del nostro Comune (e quindi anche il nostro futuro) è affidato allo strumento urbanistico. Per avere un quadro certo dei dati e per... progettare insieme città più vivibili, risparmiare suolo agricolo, tutelare e ritualificare il paesaggio. chiediamo ai nostri Amministratori comunali di far compilare dagli uffici competenti la scheda di censimento richiesta a tutti i Comuni dal Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio. In particolare, chiediamo un dato: conoscere quante abitazioni e quanti fabbricati produttivi vuoti, sfitti, non utilizzati e quante aree edificabili (residue e nuove) vi siano oggi all’interno dei nostri confini comunali! Per capire se il nostro strumento urbanistico sta rispondendo ai bisogni dei cittadini o se sta semplicemente sacrificando terreni liberi e paesaggio…

1. Per creare un metodo imparziale che consenta di mettere in luce la situazione urbanistica comunale attuale e favorisca il contributo di tutti i cittadini nel definire il futuro assetto urbanistico - e, dunque, sociale - dei loro
Comuni.
2. Perché gli attuali strumenti urbanistici (PRGC, PGT, PUC ecc.) non sono basati su un dato che, alla luce del
grave fenomeno del consumo di suolo in atto, emerge oggi come prioritario in tutto il mondo: conoscere
con certezza quante abitazioni e quanti fabbricati industriali vuoti, sfitti, non utilizzati vi siano sul territorio comunale.
3. Perché in molti territori si sta seriamente lavorando per arrestare il consumo di suolo, anche attraverso leggi locali che sanciscono che "nuove occupazioni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono consentite esclusivamente qualora non sussistano alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti" (è il caso, ad esempio, del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale-P.T.C.P. della Provincia di Torino e del Piano Territoriale Regionale-P.T.R. della Regione Piemonte, entrambi approvati nel luglio 2011).
4. Perché in alcuni Comuni italiani è già stato sperimentato con successo un nuovo percorso di “democrazia urbanistica” così strutturato:
• censimento del patrimonio edilizio esistente
• discussione di quei dati con incontri aperti a tutta la cittadinanza
• decisione collettiva di progettare un nuovo strumento urbanistico privo di ulteriori aree di espansione per le nuove costruzioni e, dunque, attento ad incentivare il recupero e la riconversione dell'esistente
• parallelo esame delle somme che non entreranno più nelle casse comunali (oneri di urbanizzazione) e
individuazione collettiva di forme di finanza alternativa.
Partendo da questa metodologia, i Comuni di Cassinetta di Lugagnano (MI), Solza (BG), Camigliano (CE), Ronco
Briantino (MI), Ozzero (MI), Pregnana Milanese (MI) sono giunti a nuovi Piani urbanistici a “crescita zero”.
5. Perché il suolo, il territorio, il paesaggio e le loro risorse sono un patrimonio/bene comune. Le autorità pubbliche ne sono i custodi e i garanti nel quadro delle specifiche competenze. I cittadini sono parimenti responsabili della tutela dei Beni Comuni.
6. Perché qualunque momento di pianificazione del territorio deve poggiare su un preventivo concreto monitoraggio della situazione edilizia esistente, ovvero un censimento, che evidenzi:
• l’ammontare delle superfici occupate dalle strutture (residenziali, industriali, artigianali, commerciali, direzionali, terziarie, pubbliche, agricole ecc.) già presenti all’interno dell’ambito comunale non utilizzate o in costruzione;
• il dato numerico “censito” degli edifici non utilizzati/non abitati nonchè il patrimonio dismesso, riconvertibile e recuperabile.
• il computo delle superfici delle aree edificabili di qualsivoglia destinazione, già previste dai vigenti strumenti urbanistici, ma non ancora attuate.
7. Perché occorre favorire, a tutti i livelli istituzionali, la definizione di un governo pubblico e partecipativo del territorio e del paesaggio, secondo i principi statuiti dalla Costituzione, in modo da garantirne un uso sostenibile e solidale, nel rispetto del razionale sfruttamento del suolo, nel rispetto della tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
La pianificazione del territorio è lo strumento attraverso cui si realizzano gli obiettivi propri della tutela del
paesaggio ai sensi dell’articolo 9 della Costituzione.
8. Perché è dovere dello Stato e della popolazione conservare, proteggere e usare in maniera sostenibile le risorse naturali e la biodiversità, nonché rispettare gli equilibri alla base dell’esistenza del pianeta. Impedire il consumo improprio dei suoli fertili è garanzia per la sopravvivenza dell’Umanità e delle future generazioni.
9. Perché la pianificazione urbanistica concorre a definire il quotidiano vivere sociale all’interno di una comunità e non deve essere considerato esclusivo esercizio di amministratori e professionisti del settore, ma di tutti i cittadini. Per questo occorrono dati certi cui riferirsi. I Piani urbanistici sono tra i più importanti strumenti di una comunità a nostra disposizione.
10. Perché il dibattito sull’assetto urbanistico del “nostro” Comune non deve essere un esercizio
ideologico, ma deve poggiare su precisi riferimenti numerici".

 

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