Settore metalmeccanico, il bilancio 2011 della Uilm di Perugia
Il 2011 é stato un anno complicato per il settore metalmeccanico della provincia di Perugia. Il bilancio é stato stilato oggi, nel corso del direttivo della Uilm di Perugia che si é svolto presso l'Hotel Della Torre di Trevi. Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, il segretario nazionale Luca Colonna, il segretario Uilm Perugia Umbro Conti, il segretario regionale Uil Claudio Bendini e le Rsu e i delegati aziendali. E' stato dipinto un quadro provinciale in grave difficoltà.
"Nel settore metalmeccanico - é stato sottolineato nel corso degli interventi - il ricorso alla cassa integrazione ha fatto registrare andamenti in linea con quelli del 2010, segno che la crisi continua a mordere. Inoltre, diverse aziende, anche quelle storiche per il territorio, sono state costrette a chiudere o lo faranno a inizio 2012". Ció nonostante, la Uilm nel corso del 2011 ha abbracciato 415 nuovi iscritti. "Segno - ha affermato Conti - che il sindacato é ancora visto come un baluardo e un punto di riferimento per i lavoratori". Preoccupazioni sono state manifestate dalle Rsu e dai delegati presenti, motivate soprattutto dalla manovra del Governo Monti: "Sembra che non esista altro bacino, all'infuori di lavoratori dipendenti e pensionati, per fare cassa. Ma come é possibile pensare che un operaio lavori a catena a 67 anni? Per non parlare di chi, invece, alla soglia dei sessanta anni si é ritrovato senza un lavoro, ora é con gli ammortizzatori sociali agli sgoccioli e con un futuro tutto da decifrare. Su queste persone, infatti, andranno anche a pesare le nuove tasse e imposte previste, vedi Imu e aumento dell'Irpef".
Riguardo la manovra finanziaria, i responsabili della Uilm hanno criticato l'assenza di una patrimoniale e l'affondo sulle pensioni. "Ora - ha affermato Colonna in chiusura dei lavori - dobbiamo individuare possibili soluzioni per mitigare gli effetti della manovra Monti e per ovviare all'allungamento dell'età pensionabile, ad esempio sfruttando la normativa sui lavori usuranti. Poi, dovremo intervenire sul versante del mercato del lavoro. Di fatto, in Italia abbiamo troppe forme contrattuali, che vanno razionalizzate nel massimo di tre-quattro. Il nostro Paese deve puntare sulle produzioni di alta tecnologia, vedi automobile. E, a riguardo, bisogna sottolineare con decisione il grosso successo che abbiamo conseguito riportando in Italia la produzione della Fiat Panda".
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