Settore elettrico e gas: i sindacati aprono lo stato di agitazione
L’art. 177 che obbliga le aziende concessionarie ad esternalizzare l’80% di tutte le attività
oggetto di concessione, anche nei casi in cui le attività vengano svolte direttamente dal
proprio personale, con la scadenza derivata dalle varie proroghe e stabilita al 31.12.2021,
destruttura un servizio essenziale e fondamentale per l’intero paese.
Il processo di esternalizzazione avrebbe dunque un costo economico e sociale elevato,
causando una riduzione della forza lavoro compresa fra l’80 e il 95%. Questo significherebbe,
nel breve periodo, nei servizi di distribuzione di energia elettrica e gas, la perdita di circa
145.000 posti di lavoro. Per questo motivo non è pensabile in questa fase assistere alla
destrutturazione di soggetti industriali con competenze, qualità e sicurezza del lavoro di
comprovata eccellenza.
Sono già previsti parecchi miliardi di euro di investimenti privati nei vari piani industriali delle
aziende dei settori interessati, ai quali si andranno ad aggiungere, probabilmente, quelli dei
piani di incentivo previsti dal Governo.
Riteniamo che serva uno straordinario ammodernamento delle reti e lo sviluppo delle Smart
Grid, condizione indispensabile per garantire il proseguimento della transizione energetica in
coerenza con quanto definito nel PNRR.
Un servizio che è stato garantito durante il lockdown e che ci ha permesso di avere l’energia
elettrica e del gas sempre e comunque senza nessun rischio per gli ospedali, per le sale di
rianimazione ma anche banalmente nelle nostre case, dove lo stress di una situazione
tragicamente nuova e pericolosa è stato sicuramente attenuato dall’avere garantito un
servizio che ha permesso a tutta l’Italia di rimanere connessa e in sicurezza, di effettuare la
didattica a distanza e condurre almeno su questo versante una vita abbastanza normale.
La politica, interrogata più volte, ha sempre sostenuto l’iniquità della norma e che la stessa
dovesse essere cambiata. Quindi chiediamo un’assunzione di responsabilità che sia di
prospettiva su aspetti così rilevanti per la tenuta energetica e dei servizi pubblici essenziali,
sarebbe inoltre opportuno non procedere di proroga in proroga, così come avviene ormai da
tempo.
Quindi Filctem, Flaei-Femca e Uiltec avviano le procedure previste dalla legge
146/90, indicono lo stato di agitazione del settore con la realizzazione di una
campagna informativa di assemblee in coerenza con quanto previsto dal percorso
confederale, nelle modalità possibili in questa fase, organizzano iniziative di
mobilitazione che, in assenza di novità provenienti dalla discussione parlamentare,
condurrà alla proclamazione dello sciopero entro il 30 giugno.
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