Nell’ambito delle celebrazioni per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, proseguono le iniziative de “I Venerdì della Biblioteca” e per il 2 dicembre si prepara un piccolo evento, in omaggio ad una protagonista della cultura negli anni del Risorgimento, la cui vita s’intreccia con quella di Città della Pieve: Marietta Piccolomini.

Ad ospitare la serata, a partire dalle ore 21, sarà il Teatro comunale “Accademia degli Avvaloranti”, per una vera e propria rievocazione storico-musicale dedicata alla cantate lirica che ha infiammato i cuori di tanti patrioti della nascente Italia, primo fra tutti Giuseppe Verdi. A narrare l’appassionante storia dell’artista che si legò a Città della Pieve sposando il Marchese Francesco Caetani della Fargna, saranno Angela Cingottini e David Petri. Sul palco, il coro della Polifonica Pievese e i solisti Annalisa Capponi e David Petri, diretti da Giuseppe D’Angelo; al pianoforte Matteo Gobbini; i costumi sono di Daliborka Vincic, immagini e animazioni di Marcello Novelli, le foto di Città della Pieve di Marco Possieri.

Angela Cingottini ha sviluppato un’approfondita ricerca sulla vita personale e artistica di Marietta, stella dell’opera lirica nei teatri d‘Italia e d’Europa, applauditissima interprete de La Traviata; per la prima volta la Piccolomini vestì i panni di Violetta nell’ottobre del 1855, a Torino, con repliche che proseguirono fino al 2 dicembre, la data che segnò il suo trionfo. Con la tournée a Londra e poi oltre oceano, a New York, Marietta divenne quella che oggi si direbbe una “star”; godeva dell’ammirazione del pubblico e dello stesso Verdi, al quale la legava un’amicizia che portò la stampa dell’epoca a divulgare la notizia che il grande Maestro avesse addirittura costruito su di lei il ruolo di Violetta. Certo è che le sue interpretazione dell’eroina verdiana furono sempre magistrali: in Italia, a Londra, a Parigi, in America.

Da sposa del Marchesa della Fargna, visse a Firenze e a Città della Pieve, nel settecentesco palazzo ricamato di splendidi stucchi, oggi sede municipale, a pochi passi dal Teatro degli Avvaloranti, ma lontana per sempre dai palcoscenici dove aveva trionfato; mantenne tuttavia i contatti con i patrioti, che aveva sempre sostenuto e incoraggiato. I pievesi, però, poterono ascoltarla ancora e ammirare la sua voce divenuta leggendaria e l’arte che ne rendeva impareggiabile la recitazione, in un concerto a favore delle popolazioni terremotate, nell’ultimo atto del Trovatore, un altro struggente capolavoro dell’amato Giuseppe Verdi. Con la morte del figlio, nel 1893, iniziò a spegnersi anche l’entusiasmo che aveva contraddistinto la sua esistenza di donna e di artista; morì l’11 dicembre 1899.
 

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