PERUGIA - "Non vediamo alcuna vittoria della Regione nella sentenza del Consiglio di Stato nei super ticket sull'intramoenia: una vera e propria tassa sulla salute. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso fatto dalla Regione Umbria per un fatto tecnico di legittimita' dei ricorrenti, medici e  sindacati, ma non per il merito della questione": e' quanto sostengono - in un comunicato congiunto - Fp Cgil Umbria, Cgil Medici e la Cgil regionale.
 

"Il Consiglio di Stato infatti - prosegue il comunicato, firmato rispettivamente da Vanda Scarpelli, Nicola Preiti e dal segretario generale della Cgil Umbria, Mario Bravi - non dice che il super ticket e' dovuto, ma che il provvedimento colpisce
direttamente gli interessi dei cittadini, cioe' quello che abbiamo sempre sostenuto: che si tratta in sostanza di una nuova tassa, illegittima, per quei cittadini che vogliono eseguire una visita in libera professione presso i medici del sistema sanitario nazionale".
 

"Il ricorso promosso anche dalla nostra organizzazione e' stato fatto, quindi - aggiunge la Cgil - a tutela dei cittadini e non degli interessi di parte dei professionisti del sistema sanitario pubblico. E va chiarito che, se malauguratamente la Regione dovesse reintrodurre i super ticket, potrebbe essere
travolta da un'innumerevole quantita' di ricorsi o colpita da una class action da parte dei cittadini paganti, che sarebbero, come indicato dal Consiglio di Stato, quelli legittimati a impugnare il provvedimento".
 

Nel comunicato si sottolinea, infine, fra l'altro, "che la Regione, con recente atto, ha prorogato la possibilita' di effettuare l'intramoenia allargata, cioe' negli studi privati, nonostante l'Umbria risulti in possesso di adeguati spazi: una
evidente incoerenza. Sarebbe utile, dunque, confrontarsi per aggredire i tanti ostacoli che impediscono una vera riforma del sistema".

 

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