Il sen. Pillon condannato per diffamazione contro l’associazione Omphalos
PERUGIA - Il giudice unico di Perugia ha condannato l'avvocato Simone Pillon, senatore della Lega, a 1.500 euro di multa per diffamazione nei confronti del circolo gay Omphalos per alcuni commenti (quando ancora non era parlamentare) sulla loro attività tra i giovani e nelle scuole.
In particolare - secondo l'accusa – Pillon affermava "falsamente" che un opuscolo rivolto ai giovani fosse un invito ad avere rapporti omosessuali. Inoltre diffondeva "notizie non corrispondenti al vero sull'attività di informazione e prevenzione delle malattie veneree" e additava l'associazione, “impegnata in incontri educativi nelle scuole, come istigatrice all'omosessualità".
Il giudice ha disposto anche il risarcimento, da liquidarsi in sede civile, nei confronti di Omphalos e di un attivista, con una provvisione complessiva di 30 mila euro, al pagamento della quale ha subordinato la sospensione della pena.
Soddisfazione da parte dell’associazione perché “è stata fatta giustizia”, e soddisfazione anche da parte di Katia Bellillo, candidata sindaco di Perugia per la lista “Perugia in Comune”, che ha così commentato:
“Il senatore Pillon ieri si è salvato in Consiglio comunale: la discussione in merito al suo scellerato disegno di legge, infatti, è stata volutamente procrastinata, con l’uscita di alcuni consiglieri che ha fatto sì che mancasse il numero legale.
Stamattina, però, non ce l'ha fatta: Pillon è stato condannato in primo grado per diffamazione e dovrà pagare una multa e un risarcimento all'associazione Omphalos LGBTI e all'allora coordinatore del gruppo giovani che lo denunciò nel 2014, Michele Mommi.
All'epoca Pillon si espresse con parole offensive, miopi e discriminatorie sull'operato dell'associazione Omphalos che, a suo dire, entrerebbe nelle scuole per 'adescare' ragazzini/e. Evidentemente il pubblico ministero ha ritenuto che l'intervento di associazioni come Omphalos, anche nelle scuole, sia di tutt'altro spessore e caratterizzato da finalità ben più alte, di aiuto concreto a quei giovani e a quelle giovani soli/e nel loro silenzio.
Di sessualità non si parla più, il tabù di tempi che speravamo scomparsi sembra riaffacciarsi nelle ‘famiglie tradizionali’, la scuola fa ostruzionismo e la casa è il luogo dei silenzi, così lasciamo inevitabilmente soli/e i bambini e le bambine, i giovani alla ricerca di sé stessi/e, e quando questa solitudine prende il sopravvento accadono eventi che dovrebbero portarci a riflettere: anche nella nostra regione abbiamo assistito al suicidio di giovani omosessuali.
Senatori come Simone Pillon, ora oltretutto condannati, dovrebbero tacere, ripensare al loro modo di ragionare e, finalmente, tornare a vita privata”.
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