Seminario Symbola/Marini: green economy risposta moderna nuovo modello sviluppo
PERUGIA - ''E' chiaro ormai che, quali che siano le origini di questa crisi economica, la risposta che dobbiamo dare ci impone anche cambiamenti radicali nel pensare il modello di sviluppo di oggi. E l'economia verde, la cosidetta 'green economy', e' una risposta moderna che impone a tutti, dal mondo dell'economia a quello della politica, delle istituzioni, della stessa cultura, un cambio profondo dell'idea stessa di sviluppo. Ritengo che si debba passare da un modello economico piu' incentrato sul prodotto ad una economia di sistema, soprattutto per cio' che riguarda le produzioni appunto dell'economia verde'': lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, stamani a Montepulciano al seminario di Symbola.
''La scelta del cambio di rotta - ha rilevato la Marini - deve avere connotati strategici e riguardare piu' che il prodotto e l'impresa, le produzioni e le imprese. Dunque, operare sulle cosiddette 'reti lunghe'. Per far cio' e' ovviamente necessario investire quanto piu' possibile in ricerca e innovazione''. A questo proposito, la Marini ha ricordato l'esperienza della Novamont, ''vent'anni fa piccola azienda che decise di investire enormi energie in ricerca e sviluppo che l'hanno portata ad essere oggi azienda leader nella chimica verde. Ed e' con Novamont che in Umbria stiamo cercando di lavorare affinche' un'industria classica della chimica di base possa rappresentare il catalizzatore di un sistema che realizzi un polo della chimica verde di rilievo nazionale e internazionale, coinvolgendo il sistema delle imprese che operano in Umbria''.
''Abbiamo bisogno di pensare lo sviluppo industriale nei prossimi anni - ha continuato la Marini - con lo sguardo rivolto al futuro e non al passato, recuperando una visione dell'industria manifatturiera che molti economisti avevano a torto data per definitivamente superata. Dobbiamo invece pensare a un riposizionamento del valore dell'industria manifatturiera in termini di ecocompatibilita' e di qualita'''.
''Puo' apparire paradossale - ha sottolineato - che lo dica il presidente di una regione piccola come l'Umbria, che suscita nell'immaginario collettivo subito l'immagine dell'ambiente e del paesaggio, ma credo che una visione moderna e, lo ripeto ecocompatibile, puo' ridare il giusto valore all'industria della manifattura, che e' frutto del lavoro, delle straordinarie capacita dell'artigiano, che usa le mani e la creativita' per i suoi prodotti''.
''Vorrei anche dire qualcosa - ha aggiunto la Marini - a proposito del dibattito e delle riflessioni che qui ho ascoltato rispetto al tema della cultura e delle politiche culturali, che rappresentano un segmento importante del nostro Pil. La gravita' di alcune scelte operate da questo Governo sta, innanzitutto, nel messaggio che ha fatto transitare e che per un Paese come l'Italia e' inaccettabile, e cioe' che cultura e welfare sarebbero un lusso che non possiamo permetterci. Cosa sbagliatissima soprattutto da un punto di vista economico''.
''Pensate: 54 anni fa l'Umbria e Spoleto - ha ricordato la presidente - erano terre la cui economia era legata soprattutto all'agricoltura, ma proprio a Spoleto nacque il Festival dei Due Mondi, oggi considerato nel mondo uno degli eventi di maggior prestigio. Negli anni '70, sempre in Umbria nasceva Umbria Jazz, anche questo ritenuto unanimemente uno degli eventi musicali piu' noti e importanti al mondo. Ma vorrei dare un dato economico su questo festival: per ogni euro di finanziamento pubblico c'e' un ritorno sull'economia locale di otto euro. Queste cifre - ha concluso la Marini - parlano chiaro e sono la miglior risposta a chi dice che con la cultura non si mangia''.
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