La crisi strutturale, accentuata dalla pandemia, che attraversa la nostra regione richiederebbe di valorizzare le nostre risorse, rappresentate anche dai tanti centri storici del nostro territorio. Rischia invece di succedere il contrario: ci sono piccole realtà, che costituiscono l’identità profonda dell’Umbria, che rischiano di sparire, di essere cancellate, di morire. Non è un'esagerazione, è purtroppo la realtà. La realtà per esempio del comune di Sellano, che ha subito più terremoti e che ha ora di fronte lo spettro dello spopolamento.
Guardiamo i dati nudi e crudi: Sellano negli anni '30 aveva più di 3mila abitanti, ora ne ha 1.037, nel 2012 erano 1.136 (la perdita in meno di 10 anni è dell'8,7%) e questo nonostante il fatto che ci sta stato nello stesso periodo, un positivo afflusso di stranieri aumentati del 12%. Ma l‘elemento più preoccupante è l’indice di vecchiaia, arrivato a toccare il 419%, più del doppio della media regionale. Questo significa che a Sellano le persone ultra 65enni sono il quadruplo dei ragazzi e i bambini tra 0 e 15 anni. Sostanzialmente si è innescata una situazione che porterà a un drastico spopolamento di quel territorio. Già la densità di abitanti per kmq è ridotta al minimo essendo di 12 persone ogni chilometro quadrato. 
Serve un progetto che contrasti questa tendenza, con la valorizzazione di realtà importantissime come il Castello di Postignano, del XI secolo, che ha visto un recupero così rilevante, tanto che uno dei più grandi architetti del mondo, lo statunitense Norman F. Carver Jr., lo ha definito come “l'archetipo di borgo collinare umbro”. Serve allora costruire un vero progetto, che impedisca la morte di un gioiello umbro come Sellano. Da tempo abbiamo chiesto un incontro al sindaco, per cercare di costruire insieme un progetto che contrasti la tendenza che abbiamo cercato di descrivere, attendiamo una risposta e una convocazione. 
 

Condividi