“Nei giorni scorsi la Terza Commissione ha esaminato l'atto predisposto dalla Giunta regionale circa le sedi farmaceutiche individuate dai comuni. L'atto è stato rimandato all'Esecutivo dopo aver appurato tutta una serie di criticità che sono emerse rispetto alle deliberazioni dei vari municipi, ed in considerazione del fatto che alcuni comuni non hanno ancora terminato l'iter previsto dalla legge, nonostante i termini siano abbondantemente scaduti”. Il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Smacchi sottolinea quindi che “va innanzitutto evidenziato che ben 9 ricorsi sono stai presentati al TAR dell'Umbria da parte di altrettanti Comuni relativi a scelte che riguardano zone di confine nelle quali potrebbero generarsi possibili sovrapposizioni”.

 

Per Smacchi va tenuta presente “una questione di fondamentale importanza: secondo l'articolo 11 del DL 1/2012 spetta ai Comuni identificare e descrivere con accuratezza le zone nelle quali collocare le nuove farmacie, per garantire un'equa distribuzione sul territorio, tenendo soprattutto conto dell'esigenza di accessibilità al servizio farmaceutico e della sostenibilità economica dell'intero sistema. In tale quadro – aggiunge - ritengo che eventuali trasferimenti dovranno avvenire entro le zone preventivamente determinate dai Comuni, al fine di garantire sempre e comunque il massimo beneficio per la popolazione in termini di accesso e di qualità e quantità dei servizi.

Alla luce di tutto ciò – continua - la Regione dovrà farsi carico di ascoltare in tempi ragionevolmente rapidi i comuni, al fine di trovare, dove sussistono ancora criticità, intese territoriali più vaste e più rispondenti ai criteri sopracitati”.

“Per i casi dove ancora non vi sia stata la definizione di una scelta attraverso una delibera del Consiglio comunale – commenta Smacchi -, è necessario che la Giunta regionale stabilisca scadenze ravvicinate al fine di arrivare, entro il corrente mese di ottobre, comunque alla definizione dell'intero quadro su scala regionale. Giova infatti ricordare – spiega - che compete al Consiglio regionale l'approvazione del Piano e quindi delle sedi farmaceutiche da mettere a bando (attualmente la previsione è di 41). Tale decisione – aggiunge - dovrebbe avvenire in tempi stringenti visto che la maggioranza delle altre Regioni ha già concluso l'iter previsto dalla legge o sta per ultimarlo. E' necessario garantire anche in Umbria – conclude Smacchi - la messa a bando delle sedi farmaceutiche contestualmente alle altre regioni, per garantire agli eventuali interessati, la presentazione della documentazione nel rispetto dei criteri stabiliti dal legislatore”.

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