Se ne è andato l'uomo dei miracoli
Se ne è andato uno dei più grandi della nostra storia calcistica e personale, collettiva ed individuale. Un uomo perbene, innanzitutto, garbato nei modi, sempre misurato nelle parole, mai sopra le righe, con grandi doni, l’equilibrio ed il senso della misura.
Ciao Ilario, riferimento di una comunità che hai adottato come scelta di vita, di una tifoseria che ti ha accolto senza alcuna eccezione, dei nostri colori che sempre avranno memoria di te. E così ieri, durante il derby, per un meccanismo beffardo della vita, in una incompatibilità solo apparente, metà del cuore gioiva l’altra metà si rattristava, un occhio al campo l’altro al telefono, un sorriso e un pianto, uno stadio che applaudiva ai suoi beniamini di oggi, e, sempre quella stessa gente, la tua gente che innalzava il tuo nome a prediletto di sempre. Cuore e ragione, presente, passato e futuro.
Impraticabile dimenticare struggenti ricordi, a dimostrazione della continuità di una vita: dai miracoli del ‘79 al salto di vent’anni dopo in quel di Reggio nel 1998 per rimbalzare nella storia da mister con la conquista della prima seria A, per approdare alle innumerevoli partite con la maglia biancorossa.
Con ragione "il sorriso più bello del calcio italiano" ha detto il figlio Federico. A lui e alla famiglia tutti i tifosi del Centro di Coordinamento si stringono, con affetto e stima, nel dolore.
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