Scuola/ Mozione di Smacchi (Pd) sui licei scientifici umbri
PERUGIA - ''Le decisioni che dovra' assumere il consiglio regionale devono partire dal rispetto di un principio valido in tutti gli ambiti evitando sterili campanilismi territoriali, accuse di dietrologia e di fare gli interessi di singole scuole invece che l'interesse esclusivo degli studenti che hanno il diritto di avere una offerta completa per puntare al proprio futuro ed avere migliori prospettive lavorative''. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) spiegando - in un comunicato della Regione - di aver ''ritenuto opportuno confermare il piano della Provincia e di monitorare e verificare quale sia l'effettiva situazione dei licei dell'Umbria, attraverso una mozione che parte dalla analisi del divario evidenziato dall'Ocse sulle carenze nelle materie scientifiche e tecnologiche che le sperimentazioni hanno cercato di colmare negli anni passati''.
Smacchi osserva che ''l'opzione scienze applicate e' da considerarsi il logico completamento di ogni liceo scientifico perche' non si capirebbe per quale motivo in alcuni ambiti e' stata concessa l'attivazione dell'opzione ed in altri no. Chi frequenta un liceo scientifico deve avere la possibilita' di fare informatica non solo attraverso i piani sperimentali o grazie al piano nazionale, ma attraverso una offerta omogenea ed organica in tutto il territorio regionale che possa far comprendere i principali fondamenti teorici delle scienze dell'informazione, acquisire la padronanza di strumenti dell'informatica, utilizzare tali strumenti per la soluzione di problemi significativi, acquisire la consapevolezza dei vantaggi e dei limiti dell'uso degli strumenti e dei metodi informatici e delle conseguenze sociali e culturali di tale uso''.
Per Smacchi ''quello che deve essere contrastato, della riforma Gelmini e di quelle precedenti, non e' l'assegnazione degli indirizzi o delle opzioni alle scuole legittimate ma la concezione secondo cui la sopravvivenza ed il futuro di un istituto scolastico, sia dal punto di vista economico che della consistenza degli organici, siano determinati solamente dal numero degli studenti che lo frequentano e non dalla qualita' della formazione e dalle prospettive lavorative che ad essi si offrono''.
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