Sulla base del principio costituzionale che l’Italia è una e i titoli di studio hanno lo stesso valore in tutto il territorio nazionale, la Consulta ha clamorosamente bocciato oggi l’ombrello protettivo studiato dalla Lega, in combutta con il ministro Gelmini per favorire nelle graduatorie dei supplenti della scuola i prof nordisti a scapito dei meridionali.

Il principio è chiaramente comprensibile a tutti, meno, evidentemente, al genio che si è messo in testa di “riformare” a modo suo l’ordinamento scolastico nazionale: ovvero non si può impedire ad un precario del sud di iscriversi a Como, tanto per fare un esempio, cosa che di fatto accadeva poiché a chi si azzardava a cambiare provincia veniva azzerato il punteggio per cui finiva irrimediabilmente in coda, perdendo così ogni possibilità di ottenere il sospirato incarico e, cosa ancora più grave, di ottenere l'immissione in ruolo.

Ora cominciano i guai per la signora ministro (quella che per superare l'esame di procuratore legale era andato a sostenerlo in Calabria) visto che si annunciano migliaia e migliaia di ricorsi contro le graduatorie compilate in base alle disposizioni ministeriale. Ricorsi tutti accompagnati, ovviamente, da richieste di risarcimento per il torto subito e per i mancati guadagni che i ricorrenti avrebbero ottenuto qualora fosse stato assegnato il posto di lavoro che spettava loro. Senza considerare i tanti insegnanti che, come abbiamo detto, a causa di questo perfido marchingegno hanno perduto la possibilità di sistemarsi definitivamente.

E non è che lo Stato possa ora rivalersi sui prof che dalle cervellotiche disposizioni gelminiane avevano tratto ingiusto profitto, visto che le retribuzioni da questi percepite sono il compenso di prestazioni regolarmente erogate.

Un bel danno, quindi, per le casse erariali per il quale la Gelmini, che pure era stata messa in guardia sulla possibilità della bocciatura da parte della Consulta, dovrà assumersi ora l’intera responsabilità: e dire che una delle ragioni della discussa riforma, forse la principale, era quella di risparmiare sulla spesa per l’istruzione!

L'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione), nel ricordare di avere patrocinato i ricorsi che hanno portato alla bocciatura della norma, vede all'orizzonte 15 mila ricorrenti che possono reclamare il ruolo. Un vero e proprio esercito che busserà presto alla porta del ministro rivendicando il giusto conquibus.

La pensa esattamente così Tonino Russo (Pd) componente della Commissione cultura della Camera dei Deputati, che ha osservato: "Il tentativo del centrodestra, capitanato dal ministro Gelmini, di realizzare una vera e propria 'linea gotica' che impedisse, come fortemente auspicato dalla Lega Nord, la mobilità dei docenti sul territorio nazionale è fallito", "La sentenza avrà effetti devastanti e l'amministrazione sarà costretta ad assumere tutti quei docenti che, collocati in coda, nelle graduatorie aggiuntive, si sarebbero trovati in posizione utile per l'immissione in ruolo".
 

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