PERUGIA - "I risultati dei test Invalsi mostrano in modo evidente che la scuola umbra non teme il confronto a livello nazionale. Un risultato soddisfacente questo, che pero' rischia di essere vanificato dai tagli previsti dalla manovra". Lo afferma la vicepresidente della Regione Umbria, con delega all'istruzione, Carla Casciari, commentando i risultati delle prove Invalsi 2011.

"Certamente - aggiunge - i risultati evidenziano una scuola umbra in buona salute, con livelli significativamente superiori alla media nazionale per le competenze in italiano degli alunni delle scuola primaria e per quelli che hanno affrontato la prova nazionale al terzo anno di scuola secondaria di primo grado. Sempre sopra la media nazionale anche il punteggio ottenuto per i test di matematica". "Una riflessione invece - aggiunge - va fatta sui risultati dei test Invalsi, per la prima volta sottoposti agli studenti del secondo anno della scuola secondaria di secondo grado, che riportano invece dati meno confortanti per la nostra regione, mettendo in luce le difficolta' dei percorsi superiori interessati in modo piu' diretto dal riordino degli indirizzi imposto dalla riforma Gelmini".

Dato interessante per la vicepresidente e' che "nonostante una fase di profonda trasformazione e di difficolta' economiche e strumentali che la scuola pubblica italiana e umbra stanno vivendo, i docenti umbri si caratterizzano per una buona qualita' dell'insegnamento, capaci ancora di offrire una preparazione efficace e adeguata ai fabbisogni degli studenti". "Fabbisogni - evidenzia - che rischiano comunque di essere compromessi dalle scelte del Governo. Infatti appare sempre piu' evidente come l'istruzione pubblica sia bersaglio di tagli dettati da logiche puramente economiche, piuttosto che da provvedimenti coerenti con il mantenimento di un diritto costituzionalmente riconosciuto come quello all'istruzione".

La "manovra colpisce duramente il comparto della scuola, che gia' versa in condizioni di difficolta', dati i tagli progressivi di 8 miliardi di euro imposti dalla Riforma Gelmini". "Nel testo - prosegue - si legge la volonta' da parte del Governo di ridurre il numero delle istituzioni scolastiche, accorpando d'ufficio la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome che abbiano un numero di alunni inferiore a 1000.

Per l'Umbria, che e' composta per il 75 per cento da Comuni totalmente montani, significhera' una crescente difficolta' di gestione e amministrazione delle istituzioni scolastiche, gia' penalizzate da un triennio di tagli al personale docente e tecnico amministrativo".

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