Un’adesione “massiccia” e superiore alle aspettativa vista la situazione inedita nella quale è stato preparato lo sciopero, con la pandemia che ha fortemente limitato la possibilità di assemblee diffuse e iniziative sindacali. Ma i metalmeccanici umbri hanno comunque risposto in maniera compatta all’appello di Fiom, Fim e Uilm, incrociando le braccia per quattro ore a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale Federmeccanica, scaduto da ormai un anno.
Molto significativi i primi dati sulle adesioni nelle principali aziende metalmeccaniche della regione: 90% all’Ast di Terni, 85% alla Terex di Umbertide, 90% alla Dewalt di Perugia, 85% alla Faurecia di Terni, 95% alla Ilserv e 90% alla Tapojarvi. In diverse aziende l’adesione è stata pressoché totale, ad esempio alla Overmek, alla Aries e alla Omas, e anche nelle medie e piccole aziende si è registrata una partecipazione significativa, tra il 60 e il 70%.
Alla base della mobilitazione c’è la richiesta dei sindacati di riconoscere gli aumenti salariali per i metalmeccanici, considerati “essenziali" per il Paese durante la pandemia, ma poi messi da parte e dimenticati. "Noi oggi lanciamo un SOS per il contratto: salario, occupazione, salute e sicurezza sono le nostre parole d'ordine. Ci aspettiamo che Federmeccanica cambi posizione e riapra le trattative. Riprendiamoci il contratto dei metalmeccanici”, concludono dal sindacato.

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