di Giuliano Brandoni

Anche il Manifesto si è accorto del silenzio rassegnato del mondo del lavoro, dell' assenza di iniziativa per difenderne i diritti e la dignità. Mentre la Francia brucia, nel Regno Unito proseguono senza sosta gli scioperi di tante categorie, portuali e fetrovieri in testa, mentre in Spagna si conquistano leggi contro la precarietà e per il salario minimo, qui di fronte ad un governo che si appresta a peggiorare la legislazione sul lavoro, cancella il reddito di cittadinanza, taglia le risorse per i servizi sociali per aumentare le spese militari e coinvolge sempre meno indirettamente il Paese nel conflitto ucraino agli ordini della Nato, langue l' iniziativa sociale. Anche la bella e partecipatissima manfestazione di un anno fa contro l' invio di armo in Ucraina è uno sbiadito ricordo.

Sarebbe bello se dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro partisse l'appello per lo SCIOPERO GENERALE, con pochi punti all' ordine del giorno: l'aumento generalizzato delle paghe, 300 euro uguali per tutti, la riduzione delle spese militari, la cancellazione della legge Fornero. Un appello che definisca un campo e proponga un' alternativa. Inutile aspettare il "quartier generale", prigioniero dei riti della concertazione e dei miti di un' unità sindacale fatta di rinunce e compromessi.

Fonte: Facebook

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