Sciopero generale del 14 novembre. Camusso spiega il perchè
La legge di stabilità "è una legge miope che non dà futuro". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha illustrato lo sciopero generale di 4 ore di mercoledì 14 novembre ai microfoni di RadioArticolo1, nel corso della trasmissione Filo diretto. "In Europa la disoccupazione continua a crescere - ha detto -, per questo bisogna rispondere con una richiesta di cambiare politica. La relazione tra rigore e disoccupazione è direttamente proporzionale, così tutti i paesi sono destinati a non avere futuro".
Europa in piazza il 14 novembre nella mobilitazione proclamata dalla Ces. "Non si deve più aspettare a contrastare la politica del rigore che l'Europa impone a tutti gli Stati - questi i motivi -. E' un mondo complicato con leggi e forme diverse, per questo bisogna cambiare le politiche europee, fermare l'aumento della disoccupazione soprattutto giovanile".
La legge di stabilità del governo Monti deriva proprio dell'austerity, secondo Camusso. "E' figlia di quelle politiche di austerità europee e di una scelta miope che non da' futuro. Duole constatare - inoltre - che siamo l'unico paese in cui l'iniziativa sarà della sola Cgil e non di tutti i sindacati come avviene negli altri. E' una caratteristica che ha attraversato tutta la crisi".
Il governo tecnico è bocciato, lo conferma il segretario generale. "La sua politica non è utile alla prospettiva del paese ma aumenta le diseguaglianze, le difficoltà e la recessione". Monti non ha introdotto la patrimoniale come "strumento di equità fiscale", e oggi in Italia "la diseguaglianza è tale che ci sono 11 milioni di incapienti, tra loro tanti giovani e precari".
Un altro punto da cambiare è la riforma Fornero sulle pensioni. Questo l'auspicio di Susanna Camusso, soprattutto per il governo che verrà. Una riforma "che è sbagliata proprio nei presupposti - a suo avviso -, penalizza le fasce più deboli come le donne. L'obiettivo deve essere rimediare alle ingiustizie immediate come quella sugli esodati, ma va cambiata tutta la riforma. E' una legge che guarda solo alle casse dello Stato, non considera la previdenza come la condizione di riposo per chi ha lavorato tutta la vita".
L'accordo su produttività tra imprese e sindacati è molto lontano, come confermato dall'incontro di trattativa che si è svolto l'8 novembre. Susanna Camusso ha riassunto la situazione: "Abbiamo posto il problema di tutelare il potere d'acquisto per tutte le retribuzioni. Ci hanno risposto che bisogna spostare una parte dalla retribuzione nazionale a quella azienda. Questo non va bene: non si può certo discutere della riduzione dei salari, il nodo è proprio l'opposto, c'è un crollo dei consumi e ridurre ancora il potere d'acquisto è una scelta sbagliata e ingiusta". Camusso ha ricordato un principio fondante: "Deve restare centrale la funzione del contratto nazionale di lavoro nel nostro paese".
C'è poi un altro problema, il nodo della rappresentanza. "Le regole della rappresentanza devono diventare esigibili, oggi sono regole stabilite con Confindustria, bisogna avviare un confronto con le altre organizzazioni. Anche qui abbiamo ricevuto una negazione delle nostre richieste". Inaccettabile è il demansionamento ipotizzato dalle imprese: "Vogliono abbassare il salario dei lavoratori anziani che restano in azienda, un'ingiustizia oltre che una grave umiliazione".
Il segretario generale ha toccato altri punti principali del dibattito politico e sociale. Come i tagli alle Province: "Siamo seriamente preoccupati per il personale", ha detto, "in assenza di risorse che sono state ulteriormente tagliate, in assenza di decisioni comprensibili sulle funzioni". Il governo "non ha idea di quale deve essere il nostro assetto istituzionale".
E ancora la situazione della scuola: "I tagli determinano uno svilimento progressivo della funzione dell'istruzione del nostro paese. Un grave problema, che rischia di frenare le prospettive di sviluppo. Ci siamo già mobilitati contro il governo precedente e continueremo a farlo, perché questo non ha cancellato i provvedimenti sbagliati". Infine, l'ipotesi di introdurre la Tobin Tax: "E' una nostra rivendicazione da lungo tempo, la chiede anche il sindacato europeo. La finanza non è il motore ingovernabile di tutto - ha concluso Camusso -. La tassa sulle transazioni finanziarie deve essere introdotta da ogni singolo Stato, finora non c'è ma non prendiamolo come alibi: iniziamo dal nostro paese a costruire una norma positiva".
Fonte: rassegna.it
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