di Vasco Cajarelli, segreteria regionale Cgil Umbria

Il prossimo 6 maggio può e deve diventare un passaggio fondamentale per la ripresa e lo sviluppo del conflitto e della democrazia nel nostro Paese; affinché questa prospettiva si realizzi appieno l’area programmatica di sinistra “la cgil che vogliamo” lavorerà anche in Umbria, dove lo sciopero sarà di otto ore, sui tre fronti caldi che caratterizzano la fase attuale: lavoro, pace e democrazia.

Se infatti l’attacco ormai ventennale del padronato alle conquiste dei lavoratori, che si dispiega oggi in un “modello Marchionne” allargato anche a categorie rilavanti come quella del commercio e del terziario, è la ragione fondante dello sciopero generale, e deve rappresentare una svolta per passare dalla stagione della concertazione alla fase della rivendicazione salariale e del diritti. Siamo più che mai convinti della necessità di unire e dar forza alle rivendicazioni dei lavoratori sia sul versante dell’opposizione all’attacco alle regole elementari della democrazia, col bluff ormai svelato da parte di Berlusconi sullo scippo del referendum su nucleare e acqua pubblica, che sul fronte altrettanto importante dell’opposizione alla scelta drammatica e anticostituzionale del Governo nazionale di portare l’Italia in guerra nella polveriera Libica.

Auspichiamo quindi una piazza colorata e pacifista che sappia unire in una sola voce conflitti e movimenti che non possono e non devono marciare separati.

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