PERUGIA - E' in corso per l’intera giornata lo sciopero proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per il rinnovo del contratto degli aderenti a Federdistribuzione, distribuzione cooperativa e Confesercenti. In Umbria, come nel resto di Italia, la partecipazione di lavoratrici e lavoratori è molto significativa, con punte di oltre l’80%. E, nonostante lo sforzo delle aziende che hanno provveduto alle sostituzioni dei lavoratori in sciopero, in molte realtà della regione i banchi dei freschi e delle carni sono rimasti chiusi e i disagi per la clientela sono stati evidenti.

A Terni, in concomitanza con lo sciopero si è svolto un presidio molto partecipato (circa 200 lavoratrici e lavoratori) sotto la prefettura, con anche un breve blocco stradale lungo viale della Stazione. Grande soddisfazione da parte di Filcams, Fisascat e Uiltucs per la partecipazione alla manifestazione e per la riuscita dello sciopero. Al termine del presidio è stato anche consegnato un documento dei sindacati alla prefettura di Terni per illustrare all’organo di governo le ragioni della protesta.

Lavoratrici e lavoratori hanno incrociato le braccia per chiedere il rinnovo dei contratti scaduti il 31 dicembre 2013 e non ancora rinnovati, a causa della rigidità dimostrata dai rappresentanti di Federdistribuzione, Distribuzione Cooperativa e Confesercenti. “Quello che si chiede alle lavoratrici e ai lavoratori del settore è improponibile – sostengono i sindacati - ad esempio, nel settore cooperativo si propongono condizioni peggiorative per i nuovi assunti, il mancato pagamento della malattia, lo “sconto” del 5 per cento sulle retribuzioni percepite ecc. Federdistribuzione richiede il taglio degli scatti di anzianità, la riduzione del trattamento di fine rapporto, ecc”.

“Sono tutte condizioni che non possono essere accettate – affermano ancora Filcams, Fisascat e Uiltucs - tanto più che Confcommercio, che associa aziende minori dello stesso settore e quindi più esposte alla crisi, ha rinnovato il contratto riconoscendo il giusto aumento salariale e non il taglio dei diritti. La capacità di una impresa di essere competitiva non si basa sul risparmio sul costo del lavoro. Non è attraverso il mancato rinnovo del contratto che si risolleveranno i bilanci in sofferenza delle imprese, degli ipermercati, delle piccole cooperative”, concludono i sindacati.

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