Il Consiglio Comunale di Scheggia e Pascelupo ha accolto la proposta dell’Unicef Italia nell’ambito del progetto “Città amiche dei bambini e degli adolescenti” e della campagna “Io come tu”, conferendo la cittadinanza onoraria a tutti i bambini di origine straniera residenti sul territorio comunale.

Il Sindaco comunica che nella seduta consiliare del 23 novembre, si è deciso di aderire alla campagna promossa da Unicef e recepita dall’Anci Umbria , impegnandosi a conferire, come “atto simbolico”, la cittadinanza onoraria ai bambini nati nel territorio italiano e figli di immigrati stranieri residenti a Scheggia e Pascelupo, quale premessa di un effettivo riconoscimento della cittadinanza italiana da parte della legislazione nazionale.
Inoltre evidenzia come questo atto conferma la volontà a continuare a sostenere le iniziative volte a incentivare una politica di accoglienza nei confronti di questa fascia di popolazione, contribuendo alla realizzazione di una maggiore integrazione sociale.

 

Lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – prosegue il Sindaco Nardi -  da tempo chiede di ampliare il discorso sulla cittadinanza. Queste le sue parole: «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione.»
L’attuale legge del 1992 non prevede lo jus soli (riconoscimento della cittadinanza sulla base del luogo di nascita), ma impone che la cittadinanza possa essere richiesta dai figli di genitori stranieri soltanto al compimento dei 18 anni. La conseguenza è far sentire un bambino diverso ed estraneo dal Paese in cui è nato e allo stesso tempo lontano dal Paese d’origine dei genitori.

 

La proposta di dare la cittadinanza italiana agli immigrati di “seconda generazione” – sottolinea il Sindaco Nardi - è fonte di acuti contrasti e polemiche. Infatti, una parte della politica preferisce investire sulla chiusura e sulle paure invece di riflettere sulla società che cambia e lavorare per l’integrazione.
Anche a Scheggia e Pascelupo – conclude Nardi - abbiamo molti figli di migranti che vanno a scuola con i bambini figli di italiani, fanno sport con loro, crescono insieme nelle nostre comunità. I loro genitori lavorano e pagano le tasse qui. Il rischio è che i loro bambini e ragazzi non si sentono immigrati ma nemmeno italiani.
Questo atto non cambia la legge in vigore, nè può avere una ricaduta giuridica, è un atto simbolico molto significativo e di sicuro impatto sociale.

 

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