“Oggi per lo sciopero ci considerano autoferrotranvieri, ma il nostro contratto è quello dei metalmeccanici, anche se poi vogliono licenziarci per farci passare, a quanto dicono, a quello del multiservizi. Ma questo gioco delle tre carta sulla pelle di noi lavoratori non è giusto e per questo continueremo a lottare”. Sono ancora in sciopero i lavoratori della Savit, l’azienda metalmeccanica che si occupa di manutenzioni e rifornimenti per i mezzi di Busitalia. Un’azienda a capitale pubblico, come rimarca la Fiom Cgil, che ha promosso, insieme all’Ugl metalmeccanici, la nuova protesta. E questa natura pubblica dell'azienda rende “ancora più grave”, secondo il sindacato, il comportamento tenuto verso i 6 lavoratori, con anni di servizio alle spalle, scaricati senza nessun tipo di confronto sindacale. 
“L’adesione allo sciopero anche oggi è stata massiccia, intorno al 90% - riferisce Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni - e abbiamo anche deciso con i lavoratori di bloccare il traffico sulla Marattana, perché intorno a questa vicenda deve crescere l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Parliamo infatti non di una normale azienda privata, ma di una controllata di Busitalia, che non può comportarsi così, in totale spregio alle regole di buone relazioni sindacali. E poi c’è grande rabbia, non solo tra i lavoratori che rischiano il licenziamento per essere riassunti, forse, con un contratto peggiore, ma tra tutti i loro colleghi metalmeccanici”. 
Il sindacato assicura che la lotta continuerà fino a che non sarà restituita "piena dignità a questi 6 lavoratori sotto licenziamento" e soprattutto finché non saranno "ripristinate corrette relazioni”. “Perché in gioco c’è il futuro del trasporto pubblico locale e la qualità del lavoro al suo interno”, conclude Rampiconi. 
 

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