“C'è un concetto che la politica, per quanto pragmatica, deve rispettare obbligatoriamente. Non si può incenerire il volere dei cittadini”. Claudio Santi, responsabile regionale Ambiente dell'Italia dei Valori, torna sul piano d'ambito dei rifiuti dell'Ati 4. “Davanti a un organismo che ha coraggiosamente e doverosamente detto no all'incenerimento dei rifiuti, rispettando le migliaia di firme raccolte tra gli abitanti di Terni e ponendo le basi per un ciclo di smaltimento più virtuoso, rimettere in piedi l'ipotesi di bruciare i rifiuti significa perdere su tutti i fronti: quello ambientale, quello economico, quello democratico.

Se il materiale da conferire nella discarica di Orvieto è ancora superiore ai parametri stabiliti - sostiene Santi - è in questo segmento che bisogna agire, per elevare le percentuali di riciclo. Se in altre regioni d'Italia ci riescono, nella tanto decantata Umbria verde è obbligatorio fare altrettanto ed è compito della politica sostenere i Comuni nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.

A chi è giustamente preoccupato del carico di rifiuti destinato a Orvieto - aggiunge Santi - va detto che ripristinare l'inceneritore significa perpetuare il problema per anni. Sappiamo per esperienza che di fronte a un bruciatore acceso qualsiasi pratica virtuosa di riuso dei materiali di scarto viene meno. Come sappiamo che la Comunità europea pone al gradino più basso le soluzioni della discarica e dell'inceneritore. Non resta, dunque, che lavorare insieme per ridurre al minimo il conferimento in discarica e abolire qualsiasi forma di incenerimento, senza divisioni autolesioniste che, come si vede, prestano il fianco alle  peggiori scorciatoie.

La raccolta differenziata è alla base della green economy - conclude Santi -, è il presupposto per ridurre i costi della bolletta e per offrire importanti sbocchi occupazionali. Sono concetti di pubblico dominio ed è avvilente, nel 2012, essere costretti a ripeterli”.

Condividi