Sant'Ercolano Patrono di Perugia
Tertulliano afferma che il sangue dei martiri, ovvero i cristiani che hanno sacrificato la propria vita a testimonianza della fede in Cristo, è il seme dei nuovi cristiani: per questo la Chiesa perugina ricorda il dies natalis, il giorno del martirio – ovvero della nascita al Cielo - di Sant’Ercolano, patrono della Città e dell’Università degli Studi di Perugia. Quest’anno il dies natalis del Vescovo difensore della Città, sarà celebrato sabato 9 e domenica 10 novembre 2024 presso la chiesa a lui dedicata, nel centro storico di Perugia. La ricorrenza, infatti, che cade il giorno 7 di novembre, nella chiesa cittadina omonima viene tradizionalmente festeggiata il fine settimana successivo.
Si inizierà sabato 9 novembre 2024, alle ore 11, nella chiesa di Sant'Ercolano con la Celebrazione eucaristica dei parroci della Città, presieduta dal Vicario Generale della Diocesi Mons. Simone Sorbaioli, il giorno seguente, domenica 10 novembre 2024, alle ore 10,30, S.E. Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo Metropolita di Perugia-Città della Pieve presiederà la Messa, alla presenza delle Autorità civili, accademiche e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, l’Istituzione proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano.
La Celebrazione sarà animata dai “Madrigalisti di Perugia”. San Gregorio Magno ha lasciato nei “Dialoghi” il racconto degli eventi dell’anno 545, quando Perugia fu costretta alla resa dopo un estenuante assedio da parte dei Goti di Totila e venne in parte risparmiata dalla devastazione grazie al sacrificio del Vescovo Ercolano, messo a morte dopo aver subito un tremendo supplizio. Il corpo di Ercolano fu gettato fuori dalle mura della città e ritrovato miracolosamente intatto nel luogo dove era stato sepolto: lì il Comune di Perugia decise di edificare una chiesa a lui dedicata. Il sacrificio di Ercolano fu visto come una manifestazione ulteriore della magistratura di defensor civitatis che il santo Vescovo esercitava.
La memoria di Sant’Ercolano trasmette il suo messaggio di amore e dedizione per la Città e la rende attuale nel contesto storico del nostro tempo, anche per la presenza all’interno della chiesa omonima di un sacrario militare. Quest’ultimo, in quanto simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, ci invita considerare il loro dramma e a implorare la liberazione da tutte le guerre. Il culto del santo defensor civitatis è quindi riferimento per la Comunità, sia religiosa sia civile, che a lui chiede di allontanare le minacce di violenza del tempo presente e di custodire la pace.
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