Continua la fuga dei professionisti che hanno garantito la tenuta della sanità in Umbria durante la pandemia da Sars cov 2. "La Usl Umbria 1 si ostina a non stabilizzare questi lavoratori che, pur avendo maturato i requisiti previsti dalla normativa e dopo aver inoltrato regolare domanda, si trovano costretti ad accettare chiamate a tempo indeterminato che arrivano altre regioni - spiegano in una nota Stefano Lupini, Fp Cgil Perugia, Marcello Romeggini, Fp Cisl, e Maurizio Molinari Uil Fpl Perugia - Una tendenza ormai consolidata, che prosegue da troppo tempo - sottolineano i tre sindacalisti - che priva la nostra sanità di competenze e professionalità importanti, una vera presa in giro”.  
Le tre sigle hanno scritto ieri una missiva indirizzata al direttore generale Gilberto Gentili e ai direttori sanitario e amministrativo, Massimo D’Angelo e Alessandro Maccioni: “Tenuto conto degli impegni presi in sede di contrattazione regionale da questa direzione - si legge nella lettera - chiediamo la immediata applicazione della legge Madia e successive proroghe, per quei dipendenti che hanno già maturato il diritto alla stabilizzazione, prima di procedere alle assunzioni, a tempo indeterminato, da qualsivoglia graduatoria. Diffidiamo l’azienda Usl Umbria1 a non procedere in questa direzione. Qualora ciò avvenisse si concretizzerebbe una palese violazione degli accordi sottoscritti e ci riserveremmo di adottare tutte le forme di contrasto previste dalla norma".

 

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