Nella sanità umbra lavorano circa 90 persone assunte con il contratto di somministrazione (cioè tramite una agenzia per il lavoro). A ricordarlo sono i sindacati dei lavoratori atipici e precari dell’Umbria, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp che sottolineano come queste professionalità siano state impiegate anche durante l’emergenza Covid, svolgendo mansioni fondamentali nel periodo centrale della pandemia. “Queste lavoratrici e questi lavoratori - spiegano i segretari dei sindacati, Vanda Scarpelli, Rocco Ricciarelli e Roberta Giovannini - oggi sono occupati non solo in ambito Covid, ma anche nelle normali postazioni sanitarie in ausilio dei colleghi dipendenti del sistema sanitario regionale, in continuo affanno per le gravi carenze organiche”. Ora però il contratto di molti di questi lavoratori somministrati presso Usl e aziende ospedaliere è arrivato a scadenza (30 giugno) e ad oggi, i sindacati non hanno informazioni certe sul loro futuro lavorativo, cosi come non hanno avuto alcun riscontro sull’indennità covid, prevista da stanziamenti nazionali e deliberata dalla Regione dell’Umbria, spettante anche a questo personale. "Chiediamo quindi che si valuti con attenzione una eventuale proroga anche di questo personale - concludono Nidil, Felsa e Uiltemp - in attesa delle necessarie assunzioni e stabilizzazioni: professionalità e lavoratori che certo non possono essere considerati di serie B. Chiediamo inoltre che al più presto vengano erogate le “indennità covid” destinate a questi lavoratori, risorse certe e già deliberate”.

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