Sanità umbra/ Le realtà di settore ascoltate in commissione regionale
PERUGIA - Giornata di audizioni per la terza Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni, presieduta da Massimo Buconi, interamente dedicata ad ascoltare i problemi di tre diverse realta' del mondo sanitario umbro. Su richiesta degli interessati sono state ascoltate due associazioni, 'Cuor di leone pro cardiopatici' che si interessa di assistenza dei pazienti cardiovascolari e Aisla, sezione umbra della associazione italiana che si interessa della cura ed assistenza dei malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) e il Comitato Scoet che a Terni, assieme ad alcuni pazienti, si interessa del difficile avvio della struttura complessa di onco-ematologia e autotrapianto.
La Associazione 'Cuor di leone', con il presidente Quartilio Mosconi, ha posto alla attenzione della terza Commissione "la necessita' strategica di potenziare la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte della popolazione, con screening e controlli periodici, incontri con esperti ma anche ricorrendo all'uso dei mass media". L'associazione ha posto in ultimo il problema della ricerca scientifica, "da indirizzare sulle conseguenze a lungo termine per i pazienti che hanno subito interventi al cuore".
Il presidente della 'Aisla', Fortunato Bianconi, ha parlato di "enormi difficolta'" che incontrano le 40 famiglie umbre associate, ma i casi di Sla per i quali non esiste un registro ufficiale di identificazione, sarebbero quasi il doppio. Ha parlato di "pazienti da assistere 24 ore su 24, con un impegno economico finanziario difficilmente sostenibile da chiunque, proprio perche' l'assistenza costringe i familiari a lasciare il lavoro, e si sono avute situazioni che hanno comportato la vendita della abitazione per far fronte ai costi di assistenza dei familiari".
Piu' legato alle scelte sanitarie della Regione, il problema sollevato dal Comitato Scoet di Terni sulla struttura complessa di onco-ematologia e autotrapianto. Il presidente Giancarlo Bartoli ha ripercorso la storia e le vicende della struttura, rilevandone "ritardi rispetto alla convenzione, carenze di personale specializzato, mancanza di stanze di degenza idonee a pazienti di onco-ematologia e una situazione ancora precaria per il servizio di day hospital".
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