Sanità umbra in bilico tra vecchi e nuovi debiti. La nota del PD
“Chiediamo alla presidente Donatella Tesei di fare chiarezza sulle ragioni che stanno portando l’Umbria verso una crisi finanziaria e organizzativa senza precedenti, che può comportare un ulteriore smantellamento della sanità pubblica, all’aumento dell’imposizione fiscale a danno dei cittadini e alla paralisi della macchina regionale”. E’ quanto ha dichiarato il segretario del Pd, Tommaso Bori, nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi a palazzo Cesaroni, alla presenza della capogruppo Pd in Regione, Simona Meloni.
“In meno di una settimana si è squarciato definitivamente il velo - ha spiegato il segretario dem - abbiamo preso atto che la Regione rischia di essere obbligata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a predisporre un piano di rientro per sanare un buco nel bilancio della sanità, che va 40 a 80 milioni di euro. Negli stessi giorni sono state rese ufficiali le dimissioni del direttore della Asl Umbria 1 Gilberto Gentili, quelle del direttore strategico della programmazione regionale Paolo Reboani (a soli quattro mesi dalla nomina) e il direttore dell’Azienda Ospedaliera di Terni, Pasquale Chierelli, è arrivato ad essere sfiduciato perfino dall’amministrazione comunale ternana guidata dalla Lega. Se non bastasse - aggiunge Bori - non c’è ancora nessuna traccia del nuovo Piano sanitario, che non è stato presentato ancora neppure in Commissione, prosegue da mesi un penoso balletto sulle nomine dei direttori sanitari, e, a due anni dal primo annuncio, manca ancora all’appello la convezione con l’Università degli Studi di Perugia”. “Dal 1978 ad oggi non è mai accaduto niente del genere - sottolinea Bori - nonostante tutto la sanità umbra ha sempre avuto i conti in ordine riuscendo ad assicurare un buon grado di efficienza e di qualità, dei servizi e delle prestazioni. Oggi dobbiamo prendere atto del contrario, ovvero, che i cittadini, a fronte di maggiori costi stanno avendo sempre meno servizi e cure”.
“Siamo molto preoccupati per le conseguenze che questa situazione potrebbe comportare sia per le tasche dei cittadini che per la qualità dell’assistenza sanitaria pubblica” ha dichiarato la capogruppo Meloni. “Essere chiamati al congelamento delle assunzioni per almeno un biennio, in virtù di un piano di rientro, significherebbe smantellare definitivamente la sanità pubblica. L’ulteriore stallo sul fronte della programmazione delle risorse eurpoee e sui progetti legati al Pnrr, rischia di pregiudicare anche la nostra capacità di riagganciare la ripresa e di sostenere l’economia e il lavoro, come ci ha ricordato di recente anche il Ministro Giovannini dal palco del festival del Giornalismo”.
“Se questo scenario dovesse essere confermato - concludono Bori e Meloni – ci attendiamo che la presidente Tesei ne tragga le dovute conseguenze, dando seguito ad una nuova fase dell’azione di governo, in netta discontinuità con il passato, così da rimediare, ove possibile, agli errori commessi, provando a rimettere l’Umbria sulla giusta carreggiata e non su un binario morto come è successo nel caso del buco del Comune di Montefalco ”.
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