Sanità umbra: è di nuovo stato di agitazione
Sono nuovamente in stato di agitazione le lavoratrici e i lavoratori della sanità umbra. Lo hanno comunicato con una lettera inviata a Prefettura, Commissione di garanzia e Regione, i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Fials e Nursing Up, che chiedono al Prefetto di "convocare urgentemente le parti per esperire il tentativo di conciliazione previsto dalle normative di settore”.
Due le motivazioni principali alla base della decisione dei sindacati. La prima è la scelta “unilaterale” di alcune delle Aziende sanitarie regionali di utilizzare per la gestione dei servizi Covid una larga parte dei fondi contrattuali aziendali, facendo di fatto "pagare ai lavoratori" i servizi aggiuntivi per l’emergenza. "In pratica - denunciano le 5 sigle sindacali - Regione e Aziende hanno disdettato gli accordi già sottoscritti con i sindacati fino ad oggi e, in particolare, l’accordo del 5 maggio 2020 e quello di febbraio 2021, volti a valorizzare il personale e non certo a finanziare unicamente attività aggiuntive, persino in deroga ai limiti individuali”.
Appresa la notizia, lo scorso 31 marzo i sindacati hanno ufficialmente diffidato le Aziende sanitarie regionali a non utilizzare ulteriormente i fondi contrattuali aziendali per disporre attività aggiuntive non ordinarie, con la richiesta di fornire un’informativa urgente sulla consistenza dei fondi e sull’utilizzo in dettaglio fatto.
“Ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta - scrivono ancora i sindacati - e tra l’altro la posizione della Regione e delle Aziende rischia di generare enormi criticità nella gestione del piano vaccinale, considerato che il Governo ha attribuito un valore alle relative prestazioni professionali del personale nettamente superiore a quello che verrebbe garantito ai lavoratori impegnati nelle rimanenti attività collegate all’emergenza Covid”.
C’è poi il secondo grande nodo irrisolto. Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl, Fials e Nursing Up evidenziano infatti come la scelta di utilizzare ampiamente le attività aggiuntive, da parte delle Aziende con, a quanto consta, l’implicita condivisione della Regione, sia "strettamente collegata alle mancate assunzioni, più volte richieste dal sindacato”. "Al riguardo - ricordano le sigle di lavoratrici e lavoratori della sanità umbra - era stato sottoscritto un accordo al quale non è stato però dato seguito: anziché assumere, le direzioni continuano ad utilizzare gli straordinari, sovraccaricando peraltro un personale già fortemente provato”.
“È estremamente grave - conclude la lettera dei sindacati al prefetto - che né la Regione né le Aziende abbiano coinvolto il sindacato nella decisione di utilizzare i soldi dei lavoratori per finanziare attività aggiuntive, senza inoltre individuare alcun criterio o fornire alcuna informativa in merito; per i suddetti motivi le scriventi, a tutela dei lavoratori rappresentati e delle prerogative sindacali, indicono lo stato di agitazione”.
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