Sanità: operatori sanitari senza assicurazione
di Regione Umbria News - Acs
I consiglieri del Partito democratico Tommaso Bori e Fabio Paparelli hanno presentato una interrogazione sugli operatori sanitari senza assicurazione. Per Bori e Paparelli si tratterebbe di una situazione che riguarda non solo Perugia ma tutte le aziende sanitarie e ospedaliere dell’Umbria.
“Non solo l’azienda ospedaliera di Perugia, ma anche quella di Terni e le due Asl risulterebbero sprovviste dalla copertura assicurativa per sinistri catastrofali. Una situazione critica, che espone il personale sanitario a rischi incredibili e impensabili e che dunque chiama la Regione ad un’azione rapida ed efficace per colmare questa grave situazione”. Così i consiglieri regionali del Partito democratico, Tommaso Bori e Fabio Paparelli, che hanno presentato una interrogazione per chiedere “quali garanzie sono previste per il personale, nel caso in cui dovesse capitare un sinistro con un valore stipulato superiore a 700mila euro”.
“Occorre intervenire subito – spiegano Bori e Paparelli – per risolvere questa problematica urgente. Il personale sta garantendo, con uno sforzo al limite del sostenibile, il funzionamento del sistema sanitario sotto pressione a causa degli elevati numeri del contagio di questa seconda ondata di pandemia. Appare dunque paradossale che proprio il personale sanitario, che non smetteremo mai di ringraziare, rischi di trovarsi esposto a rischi per sinistri ingenti. Un fatto che, se confermato, sarebbe di una gravità inaudita ed esteso a tutte le realtà pubbliche operanti sul territorio regionale”.
“Il personale – rilevano i due consiglieri – in questo modo si trova ad operare senza la necessaria serenità. Solo a Perugia, a condizioni pre Covid, parlano di un Pronto soccorso che assicura una risposta a oltre 62mila cittadini; la Centrale 118 Unica regionale con l’elisoccorso garantisce interventi in urgenza/emergenza in tutta la regione ; 40mila i ricoveri e 22mila gli interventi chirurgici, oltre 8milioni le prestazioni specialistiche. Tremila le persone che lavorano al suo interno. Tra queste circa 2000 con un ruolo sanitario, 600 con un ruolo tecnico e 200 con un ruolo amministrativo”.
“Senza la polizza per i sinistri più gravi – concludono Bori e Paparelli – i nostri operatori si troverebbero di fronte ad un ulteriore peso, dopo essere stati da ormai 10 mesi in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria con la loro grande professionalità e spirito di servizio”.
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