PERUGIA - Il passaggio da quattro aziende Usl a due e una maggiore interconnessione tra le aziende ospedaliere di Perugia e Terni. Sono i passaggi chiave del documento politico-programmatico presentato nella giunta regionale dell'Umbria dall'assessore alla Sanita', Franco Tomassoni, e che contiene le "linee di indirizzo per il riordino del Sistema sanitario regionale". Nel documento diffuso oggi dalla Regione, si specifica la necessita' di "alcuni passaggi chiave, quali il ridefinire il ruolo di indirizzo e coordinamento della Direzione Regionale, la rimodulazione degli ambiti territoriali delle Aziende Usl, accompagnata da una revisione degli assetti organizzativi e una ridefinizione della 'mission' delle aziende ospedaliere, anche per realizzare - viene specificato - un progettualita' omogenea e di scala appropriata non condizionata da interessi di tipo prevalentemente localistico".

In particolare, alla pagina successiva, sulle Usl viene rimarcata "l'esigenza di rafforzamento dei livelli di governance del sistema, al fine di conseguire maggiori livelli di integrazione e la continuita' delle cure" che, si legge, "puo' essere perseguita attraverso la revisione degli attuali ambiti delle Aziende Usl, passando da quattro a due aziende territoriali con l'accorpamento delle attuali Usl1 - Usl2 (Az. Usl Umbria 1) e Usl3 - Usl4 (Az. Usl Umbria 2)". Per cio' che riguarda, invece, le aziende ospedaliere di Perugia e di Terni, "dovranno - secondo il documento - essere maggiormente interconnesse, chiamate a condividere finalita', obiettivi ed ambiti di azione e risorse professionali, anche all'interno della rivisitazione dei rapporti tra sistema sanitario regionale e Università".

Oltre al dimezzamento del numero delle asl, il progetto presentato in giunta da Tomassoni prevede il potenziamento della direzione regionale della Salute, la revisione degli assetti organizzativi delle asl e la ridefinizione della ''mission'' delle aziende ospedaliere, ''anche per realizzare - dice il documento - una progettualita' omogenea e di scala appropriata non condizionata da interessi di tipo prevalentemente localistico''. Si prospetta quindi la riforma del distretto sanitario mentre per il dipartimento di prevenzione si prevedono soltanto quattro aree di intervento (sanita' pubblica, prevenzione nei luoghi di lavoro, sicurezza alimentare e sanita' pubblica veterinaria).

Da ''ridefinire'' anche la ''mission'' di Umbria soccorso 118, mentre e' da ''rivedere l'organizzazione della rete assistenziale del percorso nascita''. Alle aziende ospedaliere di Perugia e di Terni si chiede una maggiore capacita' di interconnessione, per ''condividere finalita', obiettivi, ambiti d'azione e risorse professionali'': esito, questo, da conseguire tramite il dipartimento interaziendale. Nel documento di Tomassoni si prospetta quindi ''il progressivo superamento del ruolo dell'Agenzia Umbria sanita''', istituendo una ''centrale di committenza'' per la centralizzazione degli acquisti.

L'impatto economico-finanziario dell'accorpamento delle aziende sanitarie e delle altre modifiche all'assetto del sistema sanitario regionale viene stimato, nel primo triennio, in 25 milioni di euro, con un risparmio di costi nel primo anno di 7,1 milioni di euro. ''La razionalizzazione organizzativa e' ineludibile anche alla luce della manovra estiva approvata dal Governo'', dice il documento dell'assessore alla sanita', che stima in 120 milioni totali il taglio di risorse nazionali per l'Umbria nel biennio 2013-2014. A fronte di tutto cio', comunque, ''l'obiettivo prioritario della Regione Umbria rimane il mantenimento di un sistema sanitario universalistico'', facendo della ''appropriatezza'' della spesa ''l'aspetto fondamentale della qualita' assistenziale''.

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