TERNI - Con una messa nella basilica di San Valentino, presieduta dal vescovo monsignor Vincenzo Paglia, Terni ha celebrato oggi il patrono della citta' e protettore degli innamorati. Nella sua omelia il presule ha spaziato dall'attualita' ai problemi industriali della citta', ai temi della cultura.

''Nella festa del patrono - ha detto monsignor Paglia - desidero parlare avendo nel cuore il bene di questa nostra citta'. Negli ultimi mesi e' ulteriormente cresciuta in me la preoccupazione. Oggi, e lo dico pensoso, stiamo rischiando una condizione di ripiegamento''.

Nel solenne pontificale, il vescovo non ha risparmiato un monito a istituzioni e forze sociali cittadine. ''E' come se la citta' - ha detto - rinunciasse ai propositi di cambiamento e di trasformazione, rassegnandosi alle politiche e ai comportamenti di sempre. La citta' sembra non volere crescere piu'. Si', stiamo rischiando di perdere il futuro. Sono consapevole che il contesto generale di crisi condiziona fortemente anche la ripresa della nostra citta'. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che non mancano le energie locali che consentono alla citta' di ripensarsi, di reinventarsi''.

Per questo il vescovo ha chiesto ''un impegno straordinario di tutte le realta' sociali: dell'impresa e dell'economia, della scuola e dell'universita', delle famiglie e delle fondazioni bancarie, della politica e della Chiesa, e cosi' via''. ''C'e' bisogno - ha aggiunto - che quella citta' poliarchica della quale spesso parliamo prenda vita''.

Tra le questioni ''piu' urgenti'' da affrontare, Paglia ha ricordato quella universitaria''. ''A proposito della quale - ha aggiunto - non sono piu' sufficienti atteggiamenti di sola rivendicazione e che richiede una svolta profonda; la questione industriale, che mostra al tempo stesso segnali incoraggianti e forti ritardi nei comportamenti dei soggetti locali; la questione dei servizi, da quelli pubblici locali all'azienda ospedaliera della citta' che richiede ora un attento approfondimento e che ripropone una delle facce della 'questione Terni' dentro il contesto regionale. C'e' bisogno di risposte convincenti. Come diocesi abbiamo cercato di fare la nostra parte. Il punto e' che tutti questi stimoli e tutte queste domande non hanno incontrato purtroppo quella discontinuita' di cui Terni ha bisogno. Abbiamo spesso assistito, al contrario, al riemergere di una mentalita' chiusa, alla proposta di vecchie ricette, alla ricerca di improbabili alibi, al fallimento di progetti fragili e gestiti in una logica di compromesso''.

Parlando poi del tema della cultura, ''l'esempio piu' emblematico del ripiegamento'', monsignor Paglia ha spiegato che ''purtroppo, la citta' non vede i segnali di un investimento convinto e coerente in questo settore''. ''Al contrario - ha detto ancora -, molto spesso quello che viene presentato come investimento in cultura altro non e' che la riproposizione di schemi e di modelli che, come citta', ci fanno guardare al passato. Ho la sensazione che Terni troppo spesso finisca per cadere in una sorta di inerzia istituzionale che impedisce ogni cambiamento''.

Esprimendo la propria vicinanza ai lavoratori della Basell il vescovo ha infine annunciato che papa Benedetto XVI ha concesso una udienza speciale solo per la diocesi di Terni in occasione del trentennale dalla visita di Giovanni Paolo II alle Acciaierie Ast. ''Ancora una volta il Papa, parlando a noi di Terni, potra' offrire - ha concluso il vescovo - una riflessione sul lavoro perche' sia sicuro, degno e stabile''.
 

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