di Leonardo Caponi.

Leggo che Salvini venerdì sará a Perugia al Bellocchio. Sono qualche giorno al mare con mio nipote, per cui non ne dovrò sentire nemmeno l'odore. E' la terza volta in due o tre anni che lo fa. Questo é quello che gli consente di dire, senza che venga giù il mondo, che la Lega é l'erede del Pci. Viene a inaugurare una sezione del suo partito. Sará, presumo, una manifestazione regionale per cui un certo pubblico é garantito. Non so come sará l'accoglienza dei residenti, ma non credo che sará ostile. Eppure ne avrebbero ben donde di essere ostili poiché il Bellocchio é un quartiere di frontiera specchio del fallimento dell'amministrazione Romizi, cominciata con grandi idee e promesse e finita nel nulla. Non so se Salvini l'ha capito ed é corso a puntellarla o, insieme, vuole dare alla Lega quelle radici culturali e di massa che in Umbria la Lega non ha. Io, però, non ce l'ho con Salvini che so chi é e fa il suo mestiere di destra. Ce l'ho con quella compagine di conduttori e commentatori televisivi da salotto, di militanti e dirigenti della sinistra che continuano a farlo oggetto di attacchi, patetici e impotenti, sugli aspetti personali e coreografici della sua figura (una americanizzazione della critica) senza che i loro partiti siano in grado di articolare e avanzare una proposta politico culturale realmente alternativa al fenomeno Lega e alla destra. Se andiamo avanti così, vorrei dire ai tanti compagni/e che leggo su Facebook, corriamo il rischio che Salvini fará altre visite, da vincitore, dalle nostre parti.

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