Caro Collega,
Conoscendo il Suo ineccepibile (almeno per me) Curriculum fatto di esperienze cliniche alternate a naturale evoluzione dirigenziale distrettuale ad indirizzo epidemiologico- Igienistico e quindi non clinica, invece che dichiarazioni di intenti fatta alla stampa (Il Messaggero 20 e 21 gennaio 2022) sui progetti infrastrutturali quali “Case della Salute, Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centro Geriatrico, SIM, Ospedale Comprensoriale Narni-Amelia, adeguamento antisismico degli Ospedali di Narni, Amelia, ed Orvieto, che, forse ma solo forse, verranno portati a termine negli anni a venire, sebbene non venga descritta minimamente la tempistica di realizzazione ne le priorità di esecuzione, mi sarei aspettato da Lei un intervento pragmatico volto ad alleviare il disagio delle comunità nell’accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche e mi riferisco principalmente all’allungamento biblico delle liste di attesa sia ambulatoriali ed operatorie che alimentano direttamente od indirettamente il privato a discapito del Pubblico. Quanta prevenzione primaria e secondaria non si è fatta per le difficoltà economiche degli aventi bisogno che non si sono potuti permettere di ricorrere al Privato? Quanti interventi chirurgici non sono stati eseguiti ed andranno ad ingolfare le liste operatorie post pandemia? Direte Voi: la colpa è della pandemia che ha imposto una allocazione di personale rivolta solo, o quasi, alla gestione emergenziale del Covid.

Eh no, cara tecnocrazia Medica ed Amministrativa incapace, nella più benevola delle ipotesi, di confrontarsi con la complessità clinica ed organizzativa e nell’altra ipotesi ben consapevole di adottare una politica sanitaria di stampo economicistico sulla “pelle” dei cittadini. La causa di quanto sopra è la numericamente inadeguata disponibilità degli organici di Medici ed infermieri a cui non avete tempestivamente e quantitativamente posto rimedio. Quella della Pandemia è una “foglia di fico” dietro cui fa molto comodo nascondersi per mascherare scarsa programmazione, progettualità se non risparmi sulla Sanità senza pensare a cosa significhi il valore economico della salute.

Se si fosse proceduto ad assunzioni in numero adeguato o ci si fosse avvalsi delle prestazioni di Medici con le varie modalità disponibili (concorso pubblico per titoli ed esami, avviso di pubblica selezione per soli titoli, attingimento dalle graduatorie degli Specialisti Ambulatoriali, contratto di consulenza e/o a prestazione di professionisti in pensione od operanti in strutture private in regime libero professionale) la pandemia non sarebbe stata una emergenza ma una patologia che sarebbe decorsa su binari paralleli alla normale routine fatta di interventi chirurgici di routine, visite specialistiche ed esami diagnostici strumentali.

Insomma mancano medici ed infermieri ed in due aa non si è fatto fronte in alcun modo neanche al reintegro del Turnover, l’unica risposta è stata quella di ridurre grossolanamente le prestazioni sanitarie non urgenti e sospendere le procedure (inique ed incomprensibili) per l’abbattimento delle liste d’attesa. E’ questa la vera emergenza celata dietro l’alibi della Pandemia. Lo volete capire o no che mancano Medici, Infermieri e Primari qualificati (e non incaricati in base a non si sa quale criterio.

Caro Collega De Fino e dr. Chiarelli io comprendo fin troppo bene la Vs scomoda posizione basata su autonomia decisionale molto limitata per volere della Regione, pertanto sono io il primo a ritenere che se Voi aveste potuto, avreste pragmaticamente gestito al meglio la Sanità di Vs competenza, d’altronde i vostri Curricula sosterrebbero questa mia affermazione. Ma gli oltre 3500 firmatari della petizione “salviamo l’H di Narni” che sottintende “salviamo la Sanità della Provincia di Terni” perché di integrazione fra le varie strutture, come “vasi comunicanti” fra loro non se ne parla, non possono e non vogliono essere presi in giro così spudoratamente.

Abbiate il coraggio Voi, Coletto, la presidente della Commissione regionale permanente alla Sanità Eleonora Pace di affrontare quanto prima un pubblico dibattito con modalità virtuali od in presenza, eventualmente da convenire, esponendo programmi e progetti nonché concertare sul da farsi nell’immediato, breve, medio, lungo termine, rispondendo esaustivamente alle domande degli interlocutori intervenuti che dovranno essere necessariamente selezionati pur consentendo l’eventuale streaming a tutti.

Quanto alla Pace, mia concittadina, ragazza da me stimata per intelligenza, dico solo che così non sta svolgendo adeguatamente il Suo compito istituzionale e sono stato clemente. Quello che la Regione non vuole o non riesce a capire è che la pandemia ci ha dimostrato come Salute e la Sanità possono e devono essere considerate “ricchezza”. Le pandemie uccidono tanto le persone quanto i sistemi economici, obbliga buona parte della popolazione a rinunciare anche alle cure essenziali in caso di malattia, in pratica obbliga a scegliere fra reddito e salute generando povertà. La succitata tecnocrazia Medica ed Amministrativa Regionale della sanità, misura la sanità non come un sistema complesso ed articolato in tante variabili ma come una quantità finanziaria messa a bilancio e quindi basata sui numeri contabili che debbono essere conformi al Def regionale con il risultato di identificare la Sanità indistintamente con Spesa Sanitaria ovvero un pozzo ai cui attingere con tagli lineari magari a beneficio di altri settori.

Abbiate il coraggio di un confronto! Il Presidente del Comitato Salviamo l'ospedale di Narni Dr. Maurizio Bazzucchi

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