PERUGIA - La decisione della Regione di anticipare l'apertura dei saldi invernali al 6 gennaio, il giorno della Epifania, ''e una scelta scellerata''. Non usa mezzi termini la Confesercenti che in Umbria ha 2 mila 480 iscritti, in gran parte piccoli commercianti.

Una scelta - hanno detto oggi il presidente regionale Sandro Gulino ed il direttore regionale Francesco Filippetti - che penalizza soprattutto le vendite natalizie dei negozi di abbigliamento.

La quasi generalita' della categoria (87 per cento) aveva indicato come data di inizio la fine di gennaio per la stagione invernale e la fine di luglio per i saldi estivi. ''E questo - ha detto Filippetti - a testimonianza di quanto la Regione tenga conto dei pareri della categoria''.

La Confesercenti poi rileva che costringere i negozi a tenere aperto il giorno della Epifania e' un altro problema per i costi del personale in momenti non certo facili per il settore. Anche i saldi estivi cominceranno in Umbria a stagione appena iniziata: il 2 luglio. Le associazioni di categoria chiedono date uguali in tutta Italia per lo svolgimento dei saldi.

La Regione Umbria - hanno spiegato i dirigenti della Confesercenti - ha giustificato questa scelta con la necessita' di uniformarsi a quella delle Regioni confinanti per non penalizzare le aziende umbre. ''E' una risposta che non ci convince'' ha detto Filippetti. ''Purtroppo'' - secondo la Confesercenti umbra - la Confcommercio che rappresenta la grande distribuzione con interessi diversi da quelli dei piccoli commercianti e' riuscita ad ottenere, ad esempio nel Lazio, l'anticipazione della stagione dei saldi, che restano una voce importante nel bilancio delle piccole aziende con in media un 18 per cento del loro fatturato.
 

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