MILANO - Tensione al settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano dove, in queste ore, il gip Cristina Di Censo, 'protetta' da 4 carabinieri, sta valutando se accogliere la richiesta di giudizio immediato nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato per concussione e prostituzione minorile nell'indagine sulle feste ad Arcore.

Stamane, il presidente aggiunto dei gip Claudio Castelli ha inviato una e-mail ai colleghi in cui li invita ad attenersi "rigorosamente" ad alcune norme di sicurezza in seguito a tre episodi sospetti sui quali indaga anche la Procura, tutti in qualche modo ricollegabili al caso Ruby.

Due risalgono all'estate scorsa quando furono registrati un tentativo di forzare la porta del presidente dei gip Gabriella Manfrin e l'ingresso di qualcuno nell'ufficio della Di Censo, che aveva lasciato la porta aperta e, rientrando, scopri' alcuni fascicoli gettati per terra.

L'ultimo risale a due giorni fa allorche' il gip Federica Centonze, intorno alle 16 e 30, si e' accorta che qualcuno aveva cercato di forzare la porta del suo ufficio. I primi due episodi vennero immediatamente accostati all'inchiesta su Ruby perche' in quei giorni le carte del sexy - scandalo stavano passando negli uffici di diversi giudici ai quali la Procura aveva chiesto di disporre decreti di intercettazione. Ma anche l'ultimo 'giallo' e' ricollegabile all'indagine con al centro la giovane escort marocchina perche' davanti al gup Centonze si sta celebrando l'udienza preliminare in cui sono imputati Fabrizio Corona e Lele Mora (indagato insieme a Berlusconi nel Ruby - gate) con le accuse di bancarotta e reati fiscali.

Forse, e' l'ipotesi su cui si sono confrontati diversi giudici al settimo piano, qualcuno, male informato, pensava di trovare le fotografie 'hot' di cui ha parlato nei giorni scorsi l'ex 'fotografo dei vip'.

Sulle prime due effrazioni indaga a carico di ignoti il pm Riccardo Targetti con l'ipotesi di danneggiamento, mentre rilievi per cercare eventuali impronte digitali sono stati effettuati dai carabinieri dopo il tentato ingresso nella stanza della Centonze. In quest'ultimo caso potrebbero essere d'aiuto le telecamere installate proprio dopo l'allarme sicurezza scattato l'estate scorsa e che, a quanto si e' appreso, sono tornate attive solo da 4 giorni dopo un mese di black out per motivi tecnici.

Non e' certo che questi episodi, a cui va aggiunto anche il furto del computer di un altro gip, Chiara Valori, avvenuto in autunno, riguardino il caso Ruby, ma l'effetto tensione stamattina era palpabile al settimo piano dove giudici e carabinieri l'hanno eletto ad argomento principe dei loro discorsi.

Nella sua 'circolare', Castelli prescrive ai colleghi di "non assentarsi mai dall'ufficio lasciando la porta aperta ma chiuderla sempre a chiave; avere cura di conservare i fascicoli 'sensibili' in cassaforte; non comunicare ad alcuno la password di accesso al computer e conservarla con la dovuta riservatezza". Il riferimento e' ai "gravi fatti di cui siamo stati vittime negli ultimi mesi e alla evidente delicatezza di procedimenti pendenti".
 

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