Martedì scorso una delegazione di Radicali Perugia ha consegnato alla Presidente Tesei le quasi duemila firme raccolte sulla petizione con la quale si chiede alla regione Umbria di annullare la propria decisione dello scorso giugno che obbliga le pazienti al ricovero ospedaliero e di adeguarsi alle nuove linee guida nazionali in materia di aborto farmacologico approvate da oltre tre mesi e ancora clamorosamente disattese.

 

In Umbria, così come in altre regioni d’Italia e in molti altri paesi, prima della delibera di giugno, era possibile praticare l’aborto farmacologico in regime di day hospital o presso il proprio domicilio, sempre sotto assistenza medica. Il ricovero ospedaliero deve rimanere solo una opportunità residuale qualora dovessero sorgere complicazioni o se reputato necessario dalla donna insieme al suo medico.

Diventa urgente quindi emanare una nuova delibera che recepisca le linee guida nazionali emanate sull'onda delle polemiche scaturite dal caso umbro e che fa definitivamente chiarezza sulla necessità di seguire percorsi alternativi al ricovero obbligatorio.

 

Così in un nota diffusa oggi dai Radicali Perugia

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