PERUGIA - ''Avviare, all'esito della fase della partecipazione e confronto con le societa' scientifiche, con le associazioni degli utenti e con gli organismi di pari opportunita', una fase di sperimentazione, della durata massima di 12 mesi, delle tecniche di interruzione di gravidanza con metodica medica mediante ricovero, nei Servizi delle Aziende ospedaliere e sanitarie della Regione Umbria, fino al termine della procedura abortiva''.

Cosi', attraverso una mozione, i consiglieri del Pd della Regione Umbria, Luca Barberini e Andrea Smacchi che chiedono ''di verificare l'opportunita', all'esito della fase di sperimentazione, di apportare eventuali modifiche alle linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico costituito dalla Giunta regionale con delibera 734 del 15 maggio, nel caso in cui il protocollo farmacologico e di assistenza indicato dal Comitato medesimo non risulti idoneo a garantire e tutelare la salute psico-fisica della donna che si sottopone alla procedura di Ivg farmacologica''.

Barberini e Smacchi osservano che la Giunta regionale ha costituito ''un Comitato tecnico scientifico per l'introduzione nei servizi delle Aziende Sanitarie della Regione Umbria delle tecniche di interruzione di gravidanza con metodica medica, ed ha incaricato detto Comitato di 'predisporre le linee guida cliniche per l'individuazione delle condizioni delle donne per cui e' applicabile/preferibile l'interruzione di gravidanza con metodologia farmacologia o chirurgica'''.

''Le linee guida predisposte dal Comitato - scrivono - si articolano in tre parti: la prima riguarda il percorso assistenziale per la donna che richiede l'Ivg; la seconda riguarda il consenso informato; la terza riguarda la scheda informativa per la scelta libera e consapevole della donna che richiede l'Ivg farmacologica. Quanto al protocollo di assistenza, contrariamente a quanto indicato dall'Aifa, - aggiungono - dal Consiglio Superiore della Sanita' e dal Ministero della Salute, il Comitato ha sottolineato che la procedura di Ivg farmacologica di regola viene effettuata in regime di ricovero in day hospital, salvo condizioni cliniche particolari''.

Per questo, per Barberini e Smacchi ''e' necessario avviare una fase temporanea di sperimentazione, nei Servizi delle Aziende Sanitarie della Regione Umbria, delle tecniche di interruzione di gravidanza con metodica medica, mediante l'applicazione delle linee di indirizzo dettate dal Consiglio Superiore della Sanita' e dal Ministero della Salute, al fine di verificare se le linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico costituito dalla Giunta regionale rispondano concretamente alle esigenze di garanzia e di tutela della salute psico-fisica della donna''.

''Esprimo piena condivisione per la posizione espressa dai consiglieri Barberini e Smacchi sulla pillola Ru 486. Ritengo fondamentale e ragionevole la proposta di prevedere un periodo iniziale di sperimentazione per la somministrazione del farmaco abortivo in regime di ricovero ordinario''. Si è affrettato a dichiarare a sua volta il presidente del Consiglio regionale dell'Umbria, Eros Brega, che in merito alla mozione proposta dai consiglieri regionali del Pd sostiene ''la sperimentazione rappresenterebbe una maggiore garanzia a giusta tutela della salute della donna, considerando che le linee guide individuate dal Comitato tecnico scientifico e adottate dalla Giunta regionale risultano in contrasto con i pareri del Consiglio superiore della Sanita' e del ministero della Salute. Non solo un periodo iniziale di sperimentazione consentirebbe a tutte le parti chiamate in causa, istituzioni, associazionismo, mondo scientifico, laico e cattolico, un confronto piu' sereno su un tema cosi' delicato come quello dell'aborto farmacologico''.

Per il presidente del Consiglio ''e' pretestuoso accusare una parte, nello specifico il mondo cattolico, di tenere un approccio ideologico sulla pillola abortiva, quando, con un capovolgimento di fronte, alcuni rappresentanti dell'assessorato alla Sanita' secondo quanto ci risulta in occasione delle audizioni, avrebbero tenuto un approccio ideologico in difesa delle proprie posizioni e di chiusura nei confronti delle associazioni che volevano far sentire le proprie idee. Sono convinto - conclude - che la presidente Marini, che ha anche la delega alla sanita', possa dare la giusta considerazione e pari rispetto alle posizioni di tutti su un tema, come quello dell'aborto, che investe i diritti della donna, la salute, l'etica e il mondo scientifico''.

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