di Massimo Rossi*

Mentre il Governo Monti con il sostegno della sua grande maggioranza estesa da Berlusconi a Bersani continua ad infliggere pesanti tagli alle famiglie ed al sistema del welfare e del governo locale, in queste ore si susseguono gli annunci shock di Sindaci, Presidenti di Province e di Regioni. I Comuni dichiarano che non hanno più soldi in cassa per pagare stipendi ed erogare servizi ai cittadini; le Province annunciano che a Settembre le scuole non potrebbero riaprire per mancanza di fondi per le utenze e le manutenzioni; le Regioni per bocca di Vasco Errani affermano che stanno saltando “il Patto per la salute” dei cittadini ed i servizi di trasporto pubblico locale.

O costoro sono un “branco di allarmisti” in combutta con l’opposizione oppure qui siamo alla follia pura!

Questi tagli e queste riduzioni giustificate dalla necessità, sempre virtuosa, di ottimizzare la spesa, “efficientare”” e risparmiare, sono in realtà solo tagli lineari fatti con l’accetta allo scopo di far cassa. Non contengono criteri di sorta; non tengono conto di indicatori specifici e generali né di eventuali “costi standard” necessari per erogare servizi e prestazioni, su cui peraltro era stato avviato un percorso di analisi volto a evidenziare i veri sprechi reali e le reali inefficienze. Non tengono conto degli effetti devastanti prodotti nell’immediato e nella prospettiva, sulla condizione materiale delle famiglie e del sistema produttivo.

Essi rispondono ad un’ideologia pura: quella del “pensiero unico” liberista centrata sulla demolizione del sistema pubblico e dei diritti sociali a vantaggio del “libero mercato” e delle sue logiche spietate.

Ma è ancor più grave il fatto che ciò avviene mentre l’evidenza dei numeri manifesta senza appello il carattere fallimentare oltre che socialmente insostenibile delle ricette praticate da Monti e dei sui omologhi (Merkel, Rachoy, Samaras) e dei suoi mandanti (BCE, FMI e UE). Non solo i numeri della disoccupazione, della povertà, della recessione, … ma anche quelli il cui abbattimento costituirebbe l’obiettivo dichiarato di costoro, come quelli relativi al deficit o al rapporto debito/PIL che cresce in modo impetuoso in ogni Paese in cui vengono somministrate le medesime ricette, come avviene in Grecia, Irlanda, Spagna, Irlanda, Portogallo e anche da noi. Alla luce di ciò appare sempre più evidente che quanti le teorizzano e le praticano, invece di puntare su politiche espansive di redistribuzione delle ricchezze e creazione di posti di lavoro, perseguono il fine inconfessato di favorire gli interessi degli speculatori finanziari e delle banche, elevati al ruolo di “sovrani” dalle attuali regole e politiche della BCE.

Ciò che risulta sempre più incredibile è il ruolo del PD, che alla faccia dei suoi Sindaci e Presidenti continua a sostenere tali scelte, salvo non prendere atto del fallimento del suo progetto politico geneticamente viziato dalla rinuncia originaria a perseguire un orizzonte diverso dal modello mercantile del “capitalismo reale” in crisi irreversibile.

*Portavoce Federazione della Sinistra
 

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